La letteratura come spazio che non può non dialogare con la contemporeanità. E’ l’idea di realismo di De Sanctis, illustrata nel corso del confronto alla Biblioteca Provinciale, moderato da Pierluigi Melillo, con i professori Massimiliano Malavasi dell’Università di Cassino e segretario dell’Accademia letteraria Arcadia, Alberto Granese docente di Lettere all’Università di Salerno e Toni Iermano, studioso da sempre del pensiero e delle opere di De Sanctis. “La letteratura – spiega Iermano non è mai un universo separato dalla società ma è specchio del proprio tempo, si fa confronto con i processi storici in una concezione che vuole la cultura intesa sempre come prassi, come ricerca di un senso e traduzione di quell’idea nella realtà. La scelta del lessico diventa dunque fondamentale per stabilire una relazione con il proprio tempo”. Pone l’accento su due valori tramandati da De Sanctis, che appaiono cruciali anche per il presente “il desiderio di libertà e la moralità nella politica”. Di grande interesse l’analisi di Granese che si sofferma sull’approdo realista di De Sanctis, proveniente da una formazione hegeliana, influenzato dalle correnti letterarie e filosofiche del tempo, dal materialismo storico al naturalismo. “De Sanctis – spiega – è convinto che l’ideale non debba mai travalicare il reale. Il realismo diventa grimaldello metodologico per comprendere gli errori del passato e strumento d’indagine” Mentre Malavasi individua nel suo sguardo la capacità di cogliere anche le contraddizioni che caratterizzava una letteratura apparentemene sganciata dal reale quale quella arcadica. L’incontro è stato anche l’occasione per visitare la mostra documentaria dal titolo “Atomi erranti. Francesco De Sanctis e la cultura della modernità. Manoscritti, libri e opuscoli desanctisiani” curata dal professore Antonio Torni Iermano, visitabile fino al 31 agosto 2024.
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