Si é svolto a Paternopoli presso l’azienda agricola Fiorentino l’aperitivo letterario “Margherita, Flavia e le altre” che ha avuto come tema la lettura del territorio dal punto di vista delle donne. Una narrazione inedita sulla tenacia, il lavoro delle donne sul territorio in cui hanno scelto di abitare.
Interventi di Valentina Martone “Ristorante Megalon” di Paternopoli e Anita di Pietro dell’antica trattoria Di Pietro di Melito Irpino, Angela cresta docente di geografia politica ed economica dell’unisannio, Angela Iantosca giornalista.
• Valentina martone: “Attraverso la nostra cucina cerchiamo di raccontare il territorio, come con una minestra di cavoli o un’insalata di patate sedano cipolla riusciamo ad emozionare le persone che vengono da noi. L’Irpinia é bella proprio perché possiamo raccontarla attraverso un piatto o un calice di vino”.
• Anita di Pietro: “La figure che vorrei seguire sono quelle come la madre di Gianni fiorentino, che con l’integrità e la forza riuscivano in cucina a tirare fuori il sapore da qualsiasi alimento. Appartengo alla cucina popolare”.
• Angela Cresta: “Il nostro territorio ha tutte le carte in regole per fare turismo. Il turista attuale vuole l’approccio alla vita salutare, vuole camminare, vuole assaporare. Abbiamo risorse paesaggistiche ed enogastronomiche. D’altra parte registriamo solo il 2% degli arrivi dove chi viene in Irpinia resta non più di due giorni. Si è cercato di promuovere sempre e solo in campagna elettorale le nostre risorse. Quello che viene richiesto oggi é di fare maggiore comunità. Spesso siamo noi a non essere consapevoli di quello che abbiamo. Bisogna fare rete e trasformare le nostre potenzialità in prodotto turistico”.
•Angela Iantosca: “Parlare di questa terra evoca una serie di sensazioni gustative di quando ero qui da piccola, prima di trasferirmi a Latina. Non sono soltanto sapori. Ritornare in Irpinia è sempre come un ritornare alle radici per me. Mi sono occupata spesso di mafie nei miei libri sempre cercando di raccontare cosa significa per le donne vivere in contesti del genere. Da oltre 5 anni cerco di raccontare le vite nel contesto della tossicodipendenza. Raccontare storie difficili e dolorose possono essere occasioni per riparare”.
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