Il vaccino anti Covid-19 interferisce con gli altri vaccini?

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In tanti stanno rinviando alcune vaccinazioni (come quelle per il Papilloma Virus e i richiami per il tetano e la difterite) nel timore che queste possano interferire con il vaccino anti Covid-19. Facciamo chiarezza con la professoressa Adriana Bonifacino

Gli studi sui vaccini anti Covid-19 fino a ora non hanno dimostrato interferenze con altre vaccinazioni. Addirittura, un documento del 14 maggio dell’americano CDC (Centers for Disease Control and Prevention, un importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti), non ha previsto controindicazioni alla somministrazione contemporanea con altri vaccini.

Tuttavia, i medici hanno notato una flessione nelle immunizzazioni più comuni per il timore che si vada a sollecitare eccessivamente il sistema immunologico e possano manifestarsi effetti avversi. Attualmente viene consigliato, in via precauzionale, un intervallo di due settimane fra la vaccinazione contro il Covid e le altre, per avere maggiore certezza di efficacia. Eppure, numerose persone stanno rinviando la copertura da altri virus, mettendo a rischio la propria salute. Abbiamo chiesto all’oncologa Adriana Bonifacino, responsabile dell’Unità di Diagnosi e Terapia in Senologia, U.O.C. di Oncologia Medica presso l’A.O.U. Sant’Andrea – Università Sapienza di Roma e docente della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza, di fare chiarezza su questo tema.

Professoressa, sono emerse segnalazioni che indicano come stiano saltando altri tipi di vaccinazioni. Quanto è diffuso questo fenomeno?

«Purtroppo è una notizia vera. E per la nostra comunità scientifica è anche di grande preoccupazione. Ad esempio, una percentuale molto alta di donne in stato interessante non si è vaccinata per il Covid, mentre in altri Paesi il vaccino è stato regolarmente somministrato dopo il primo trimestre di gravidanza e non vi sono dati allarmanti di reazioni o effetti sul feto. Così come molte donne in dolce attesa non si sono vaccinate per la pertosse, che in gravidanza è assolutamente da consigliare per proteggere il nascituro nei primi 3 mesi di vita attraverso gli anticorpi passati dalla madre. La pertosse nel neonato è una malattia di estrema gravità. Oltre la pertosse, negli adulti e anziani sono consigliati ogni 10 anni richiami anche per la difterite e il tetano; durante questi due anni di Covid abbiamo assistito aun forte decremento di queste vaccinazioni. In maniera assolutamente non giustificata».

Avete riscontrato anche un calo delle vaccinazioni per il Papilloma Virus?

«Sì, ed è preoccupante. Il danno forse maggiore lo stanno facendo molte famiglie ai propri figli non vaccinandoli per il Papilloma Virus (HPV) nell’età compresa fra gli 11 e i 12 anni. Ricordo come questo vaccino, che peraltro non contiene il virus ma solo il suo guscio, protegge i giovani e per il resto della loro vita, verso 6 tipi di cancro. Se effettuato in un’età nella quale si sono avuti i primi contatti sessuali (e attenzione ho detto contatti e non rapporti), il virus passa e la vaccinazione eventuale avrà un effetto protettivo di gran lunga minore. A tale proposito proprio perchè l’HPV è un virus cosiddetto ubiquitario, cioè lo abbiamo su tutta la nostra superficie corporea, non otteniamo protezione dal condom come molti ancora credono. Le informazioni dovrebbero essere sempre trasmesse da organi scientifici ufficiali in modo divulgativo, perché la popolazione comprenda, e invitiamo sempre i cittadini a seguire siti ufficiali istituzionali o di associazioni e società scientifiche accreditate». 

Le donne temono di vaccinarsi contro il Covid per eventuali reazioni? 

«La maggior parte della nostra popolazione è vaccinata contro il Covid, anche con le 3 dosi previste. Certamente c’è ancora una fetta che non lo è, sia negli adulti sia nei giovani, adolescenti e bambini, ma se la malattia da Covid sta avendo un andamento migliore, e diciamo pure benigno nella maggior parte dei casi, è grazie alla vaccinazione. Il nostro sistema immunitario è stato più volte sollecitato in questi ultimi 12 mesi dalle ripetute vaccinazioni e quanto alle reazioni, si osserva un andamento diverso, che cambia in base alla persona e al vaccino. Certo, è da temere più la malattia da Covid, almeno quella nelle forme più gravi che può lasciare anche problematiche importanti soprattutto a livello polmonare, rispetto agli effetti collaterali che nella maggior parte dei casi si sono risolti con una dolorabilità al braccio, stanchezza e qualche volta febbre».

Alcune donne lamentano dolori al seno o irregolarità del ciclo mestruale dopo il vaccino. Come mai?

«Nelle donne abbiamo osservato spesso una dolorabilità del seno, un’infiammazione dei linfonodi dei cavi ascellari, una infiammazione delle protesi mammarie in quelle che ne sono portatrici, un ciclo mestruale che si è alterato a volte anche per alcuni mesi. Segnali certamente fastidiosi, comuni alcuni di essi anche agli uomini, ma tutti, o quasi, risolti senza utilizzo di farmaci e solo con qualche giorno di pazienza. È chiaro che nelle donne, per esempio, operate di tumore del seno, così come in chi è stato affetto da tumori del mediastino, cioè quella parte centrale tra i due polmoni (ad esempio linfoma) e tumori della tiroide, abbiamo consigliato di effettuare la vaccinazione sulla gamba (quadricipite femorale). Non perché il vaccino potesse essere dannoso, ma solo perchè nel caso di infiammazione dei linfonodi come regolare reazione a uno stimolo del proprio sistema immunitario, i pazienti si sarebbero oltremodo allarmati, avrebbero fatto cattivi pensieri, magari immaginando una ripresa della malattia oncologica, e sarebbero entrati in un circuito di indagini inutili e magari anche costose». 

C’è il timore che sommando la terza dose dell’anti Covid ad altri vaccini, il sistema immunitario vada in tilt o rallenti la sua funzione perché troppo sollecitato. È una paura fondata?

«Dalle conoscenze scientifiche attuali, il nostro sistema immunitario non ha ricevuto e non sta ricevendo stimolazioni dannose. Abbiamo pazienti con patologie autoimmunitarie (ad esempio: artrite reumatoide, sclerosi multipla, psoriasi, rettocolite ulcerosa, ecc.) che non hanno avuto alcun tipo di reazione al vaccino. Ripeto, ognuno di noi ha e può avere una diversa reazione alla sollecitazione di un vaccino. E sicuramente visti i danni che l’infezione da Covid ha provocato, soprattutto con un numero di decessi che è stato frenato solo dall’avvento del vaccino, ritengo che la vaccinazione sia un bene prezioso per noi stessi e per proteggere anche coloro che in condizioni particolari non abbiano potuto usufruirne». 

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