Diventa l’occasione per parlare di scuola scegliendo un diverso punto di vista “Il volo dell’equilibrista” dell’autrice irpina Maria Loreta Chieffo, edito da Homo Scrivens, per la collana Gatti neri e vicoli bui. Sarà presentato il 19 ottobre, presso il Clubino di Napoli. A presentare l’incontro Aldo Putignano. A dialogare con l’autore Giorlamo De Miranda e Irene De Dominicis. Le letture saranno a cura di Maria Gabriella Tinè con l’intervento musicale a cura di Saxophone Quartet.
“Così – spiega Maria Loreto Chieffo – per non cadere nei luoghi comuni, per non ripetersi, per non parlare tout court di bullismo, di docenti che non sanno affascinare, di genitori sindacalisti dei figli, o della fragilità di questi ultimi, concetto molto abusato, ma che alla fine serve solo a giustificare certi comportamenti e a stigmatizzare la condizione della maggior parte dei nostri adolescenti; e ancora, per non soffermarsi sui nuovi ambienti di apprendimento, sulla flipped classroom, o sul docente neo assunto che è convinto di entrare in classe, di accendere la LIM e di fare lezione con CANVA; per non descrivere le dinamiche perverse che si innescano nelle riunioni, specialmente durante i consigli di classe; ecco, per non ripetere queste affermazioni, che sono tutte vere, per le quali ci si sforza di trovare parole diverse, arrivando perfino a smontare frasi che comunque raccontano ancora una volta che è iniziato un altro anno scolastico, ecco l’idea di un giallo ambientato nella scuola (in verità niente di nuovo, tanta letteratura è stata scritta, ma anche tanta fiction ci viene restituita dai media). Certamente un modo diverso per parlare di scuola, senza tuttavia tralasciare le problematiche appena elencate, anzi ponendo più enfasi su certi aspetti che, se non controllati (e qui, checché se ne dica, bisogna riconoscere la capacità e la bravura di tante istituzioni scolastiche italiane sempre in gioco) potrebbero di contro portare ad eventi tragici, come appunto accade i. Il libro è un giallo che può fregiarsi della locuzione ‘enigma della camera chiusa’, dove non solo si vuole scoprire il responsabile bensì scoprire come il crimine sia stato commesso. Dalla scuola non si scappa, il carnefice sta lì, non può essere venuto da fuori e non si è mai allontanato, come la vittima, che guarda un po’ è il preside. E sì, è proprio il vertice a essere colpito nel chiuso della sua presidenza. Cresce così la narrazione di un’indagine, dalla scoperta del delitto, alla scoperta del carnefice, in cui le trame si intrecciano all’interno di una cerchia ristretta di persone e per ognuna esiste un movente legato ai conflitti interpersonali, ai mancati successi, alle frustrazioni, alle delusioni e alle invidie della vita professionale. Ogni personaggio ha il suo conflitto interiore né più e né meno di quelli che esistono nella scuola reale e nella vita, ma per fortuna i buoni restano in tanti, anche là, nella scuola che affaccia sul golfo, che abbraccia il Vesuvio e i Campi Flegrei. Non ho voluto dissacrare la scuola ma solo raccontarla in modo diverso”