in Europa una legislazione speciale”. La ricetta di Todisco per lo sviluppo – Corriere dell’Irpinia

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Legare l’Europa alle aree interne: è questo l’impegno che assume Francesco Todisco, candidato all’europarlamento con la lista del Pd nella circoscrizione meridionale. Spiega la sua proposta in un incontro al V

iva Hotel, davanti ad una platea gremita, con al fianco il consigliere regionale pd Maurizio Petracca e il segretario provinciale dem, Nello Pizza.

“In Europa, all’interno di una cornice generale di norme, – dice Todisco – c’è bisogno di costruire paese per paese una legislazione speciale per le aree interne”.
Le regole dell’Ue, le politiche di sviluppo per i territori, di conseguenza le risorse vanno calibrare sul contesto in cui vengono applicare. Ma serve prima una presa di coscienza della condizione dei territori, dei loro problemi.

“Dobbiamo superare – continua Todisco – i cliché utilizzati quando si parla dei territori marginali, in genere osservati con lo sguardo di chi abita le aree metropolitane e pensa che quei luoghi siano delle aree incantate. Chi vive le aree interne chiede la dignità della cittadinanza. E non bastano le iniziative, i musei, i festival nei borghi, ma servono politiche speciali, elaborate partendo dalla consapevolezza che in un piccolo paese non possono valere le stesse regole che riguardano una grande città. La scuola, i trasporti e tutto il resto – afferma Todisco – possono sopravvivere se nelle aree interne ci sono norme specifiche che li tutelano”.

L’autonomia differenziata intanto rischia di allargare ancora il gap di sviluppo tra Nord-Sud, e in maniera abnorme tra aree interne e zone metropolitane.

“Prendiamo il caso della spesa sanitaria: la Regione Campania – dice Todisco – incassa trecento milioni di euro in meno di quelli che dovrebbe avere considerando la sua popolazione: succede perché questi fondi vengono assegnati tenendo in conto la spesa storica, che è il grande pilastro su cui si vuole costruire l’autonomia differenziata. Se noi questo principio lo facciamo valere anche su altri servizi come il trasporto pubblico o l’istruzione, la frattura tra Nord e Sud diventa insanabile. Peggio ancora la differenza tra aree metropolitane e interne”, conclude.



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