E’ “O Mistero buffo” di Dario Fo e Franca Rame ad andare in scena domenica 29 gennaio al Teatro Domenico Biancardi Avella, produzione Vernicefresca Teatro e La Bottega del Sottoscala, protagonista Nicola Mariconda, attore e regista. “Questo progetto nasce dall’esigenza di comunicare un messaggio: essere liberi e combattere l’abuso di potere – spiega Nicola Mariconda, autore dell’adattamento della celebre opera di Fo. Il “Mistero Buffo” di Dario Fo incarna in pieno questa esigenza”. Nicola Mariconda traduce, servendosi di altri dialetti (dialetto campano e lombardo/veneto), tre testi tratti da “Mistero Buffo” di Dario Fo. Le tre giullarate sono: La Nascita Del Giullare – Il Cieco e lo Storpio – Il Primo Miracolo di Gesù Bambino
“Ho provato a pensare a due cose mentre giocavo a tradurre. Non volevo scadere nella semplice imitazione di Dario Fo. È impossibile cercare di fare ‘Mistero Buffo’ come lo faceva lui. Sembrerebbe voler imitare Fo, e in un certo senso, scimmiottare la sua opera. Al tempo stesso volevo cercare di fare mio quel suo linguaggio, usando il dialetto che più mi appartiene, il dialetto campano. Ho provato ad usare le assonanze e i suoni di molti dialetti campani: a partire da quello Irpino arcaico, andando a quello del napoletano e del casertano alternandole con altri suoni e linguaggi. Il lavoro di traduzione è stato molto complicato. Ho cercato di essere molto sereno e naturale e non artificioso. La potenza di Mistero Buffo è nel messaggio che comunica e nella forza delle parole, che suscitano immaginazione e creatività in chi ascolta”.
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