Industria Italiana Autobus, cresce la preoccupazione tra gli operai

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  1. Valle Ufita. Come faranno, i metalmeccanici di Industria Italiana Autobus,  a lavorare per consegnare entro la data prestabilita le commesse che, a sentire loro e gli stessi sindacati, non mancano. Perché si sta creando, q questo proposito, qualche confusione. Infatti si cercava la ricapitalizzazione e, seppur con qualche affanno, dopo due riunioni andate a vuoto, è arrivata. Ventuno milioni di euro, qualcuno dice venticinque. Cifre importanti, quindi, per risollevare la IIA. Da queste parti, però,  si fanno due conti. E si viene a scoprire che, forse, nemmeno bastano. Per mantenere lo stabilimento di Flumeri, e naturalmente quello di Bologna, ce ne vogliono più di tre. Per pagare il materiale arrivato in precedenza ne occorrono altri. E si aggiunge quella che, a molti, sembra un paradosso: lndustria Italiana Autobus ha vinto il secondo lotto di un appalto per cinque autobus di 12 metri a idrogeno, quindi di transizione ecologica per la mobilità urbana ed extraurbana, da consegnare alla SAS spa di Bolzano. Intanto le municipalizzate denunciano la fabbrica per le mancate consegne che dovevano essere effettuate. Le ingiunzioni che sranno arrivando non sono cosa da poco. Cosa sta accadendo, davvero, in valle Ufita? Lo sviluppo di questa zona è slegato al restino di questa fabbrica? Le domande sono tante.  E le risposte poche. Cosa che, ovviamente,  non piace ai lavoratori  E ai sindacati che, forse, per non  far precipitare del tutto la situazione non proclamano ancora una giornata di sciopero. Però non sono convinti dell’operazione della ricapitalizzazione. Sentiamo Giuseppe Zaolino, segretario provinciale della Fismic:” La fabbrica sta andando a sbattere. Perché nei primi mesi di quest’anno sono successe cose che hanno evidenziato una incapacità produttiva e organizzativa che doveva essere risolta, invece, in tempi brevi”. E, quindi, si auspica un riassetto societario”con persone in grado di gestire”Brutte notizie arrivano da Palermo, Roma, Bergamo,  Rimini, Torino,” città da dove stanno cominciando ad arrivare- continua il sindacalista-le prime penali per mancata consegna”. Avrebbero dovuto essere consegnati oltre cento autobus.” Già l’autunno scorso. Il paradosso è proprio questo: abbiamo da lavorare e non riusciamo a produrre in serie”. Ma non è che qualcuno ha fretta di chiudere lo stabilimento di valle Ufita?.” La notizia, buonissima,  di una ulteriore acquisizione di 630 nuovi autobus di commessa Consip- aggiunge ancora Zaolino- sictrasforma, invece, in molto negativa. Per la evidente incapacità produttiva”. La Fismic, che proprio ieri ha tenuto una assemblea con i suoi iscritti di IIA, “è impegnata in una battaglia seguita da molti lavoratori ed amministratori locali. C’è l’esigenza di un ritorno a Roma perché,  al Mimit, ci facciano sapere se hanno deciso qualcosa. E, soprattutto,  che cosa. A chi andranno, ad esempio, le quote di Invitalia, quando il prossimo autunno- inverno lascerà”. Il sindacato di cui è a capo Zaolino spera, e lavora, perché “siano affidate a Leonardo e non ad un privato. Ma chiunque arriverà dovrà fare i conti con una programmazione da reinventare per quanto riguarda la produzione di serie”. Dovranno essere lavorati tre autobus al giorno” per mettere i conti in pareggio altrimenti su accumuleranno ulteruori perdite”.E poi, a preoccupare ancora di più,  c’è la prossima apertura, tra una settimana, dell’Iveco a Foggia.” Una aggravante- conclude Giuseppe Zaolino- che a 100 chilometri da qui si produrranno autobus elettrici. E dalla Francia si porterà la tecnologia in Italia. Con la multinazionale che entrerà nel mercato senza sbavature. E mentre nella Capitanata si cresce” noi andremo incontro a morte lenta”.
    Giancarlo Vitale



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