Insieme per costruire il futuro – Corriere dell’Irpinia

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Ringrazio il Ministro dell’Interno, il Prefetto Matteo Piantedosi, per l’attenzione che ha inteso manifestare nel dare seguito alla “Lettera aperta” a Lui rivolta dal Corriere, in una recente pubblicazione, in merito ai pericoli che corre la nostra amata Irpinia. E’il segno di una sensibilità, sempre presente nel suo impegno istituzionale, e del suo essere testimone di valori che sono alla base della convivenza civile. Nella lettera citata ponevo in evidenza, dopo una premessa nella quale denunciavo il cambiamento di pelle della nostra realtà – “un tempo custode gelosa dei valori della civiltà contadina” – l’avanzare di poteri criminali che insidiano l’onesto vivere della comunità. Mi rivolgevo a Lei, signor Ministro, anche per quella “Irpinitudine” che fa riferimento ai suoi natali e a quanti, classe dirigente, hanno dato lustro alla terra di De Sanctis, Tedesco, Dorso, Sullo, Bianco, onorando il loro impegno apprezzato nel mondo intero. Tra incredibili silenzi, e quasi ostracismo, per le battaglie che il Corriere da ormai lungo tempo sta portando avanti nella difesa di una legalità violata. Si è giunti a dire che qui, in Irpinia, non c’è camorra, ma solo piccola delinquenza che viene combattuta con ogni mezzo. Eppure la Commissione Antimafia, nella recente relazione al Parlamento, aveva segnalato, come Lei certamente è a conoscenza, che ci sono “imprese locali che hanno favorito l’ingresso della camorra in città”, facendo anche i nomi delle persone coinvolte. Solo dopo la nostra denuncia sono venute fuori interdittive antimafia che hanno confermato il nostro dire.

Signor Ministro, oggi in Irpinia c’è un groviglio malavitoso che sta distruggendo quei pochi spazi di verde ancora resistenti. Da inviato de IL Mattino di Napoli ho trascorso molta parte degli anni ‘80 in Sicilia, costretto a narrare morti eccellenti, da Rocco Chinnici, a Montana e Cassarà e Salvo Lima, apprendendo, anche con l’aiuto del grande Tonino Manganelli, pure lui affetto da “Irpinitudine”, allora questore di Palermo, cosa sono e come funzionano i comitati di affari. Ovviamente, anche se il livello che si registra in Irpinia non è certamente paragonabile alla Sicilia, a me sembra che in nuce il pericolo nostro è questo. Politica e burocrazia spesso vanno a braccetto. Per questo oggi mi sono rivolto a Lei per dare un allarme, nel momento in cui mi sono più volte chiesto perchè mai non accade nulla e i provvedimenti emessi non producono risultati sperati. Il silenzio, talvolta, carissimo Ministro, è sempre nemico della legalità.

Nella sua gradita risposta alla nostra Lettera aperta leggiamo, insieme a preziose riflessioni, un senso di appartenenza alla nostra realtà che è garanzia per un impegno straordinario nel salvaguardare, combattere e difendere dal malaffare il nostro territorio. E’ comune convinzione che è l’assenza dello sviluppo a legittimare comportamenti illegali. La ringraziamo sin da ora per quello che vorrà fare. Ci deve anche consentire di sottolineare ciò che ha denunciato qualche giorno fa il Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, a proposito “della criminalità organizzata che diventa sempre più spregiudicata” e le zone d’ombra sono dove chi gestisce i “capitali sporchi”. Un allarme chiaro per dire ai cittadini “chi sa denunci” e, come dice il Ministro Piantedosi, “insieme per costruire il futuro”.



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