Un non luogo popolato di ricordi, di persone anonime che hanno attraversato gli orrori della guerra senza mai finire sui libri di storia. E’ “Invelle” – che in dialetto marchigiano significa ‘in nessun luogo’ – di Simone Massi al centro del nuovo appuntamento con la rassegna “Visioni” promossa dal CentroDonna e da Quaderni di CinemaSud., in programma il 26 marzo, alle 17,30 e alle 19.30 al cinema Partenio. Un omaggio alle storie apparentemente inisgnificanti che sono parte integrante della grande Storia. Seguiamo le vicende di Zelinda, che nel 1918 rimane orfana e deve da un momento all’altro cavarsela da sola. Vediamo la figlia Assunta negli anni ’40 costretta dalla guerra a delle rinunce simili a quelle della madre. O ancora negli anni ’70 Icaro, il più giovane della famiglia, che grazie ai sacrifici delle generazioni precedenti vede aprirsi davanti a sé un ventaglio di possibilità. A dare voce ai quarantamila fotogrammi disegnati a mano Marco Baliani, Ascanio Celestini, Mimmo Cuticchio, Luigi Lo Cascio, Neri Marcorè, Giovanna Marini, Achille Massi, Gemma Massi, Toni Servillo e Filippo Timi.Per Massi si tratta dell’esordio al lungometraggio che giunge dopo una carriera costellata di premi come il Nastro d’Argento al Miglior Cortometraggio (con il caso unico nella storia di una doppia vittoria, ex aequo, di A guerra finita e In quanto a noi) e il Premio Flaiano (per le sue animazioni in La strada dei Samouni di Stefano Savona). Un film poetico e visionario che si fa storia. “La storia è quella della mia nonna materna, Zelinda – spiega il regista – Sono molto legato alla terra al territorio, alla memoria, agli anziani e ho sempre ascoltato con grandissimo piacere non solo i parenti ma anche i vicini di casa e tante altre persone e tutte queste storie, mi facevano dire ogni volta non è possibile che tutto quello sia successo.”