Irpiniambiente, profondo rosso: niente stipendi – IL CIRIACO

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Irpiniambiente sarà anche un’azienda “da mettere in vetrina” come afferma il presidente della Provincia Domenico Biancardi, ma, ad esempio, se fosse un gioiello prima di acquistarlo meglio farlo valutare ad un gemmologo.

L’azienda pubblica partecipata al 100% dalla Provincia di Avellino nonostante gli elogi dell’azionista unico (leggi qui le dichiarazioni) sta attraversando un grave momento di difficoltà finanziaria. Nelle ultime ore ai dipendenti è stato comunicato il mancato pagamento degli stipendi di giugno “a causa delle difficoltà finanziarie dell’azienda” per il protrarsi dei ritardi nei pagamenti delle amministrazioni comunali. Crediti che supererebbero 40 milioni di euro mai riscossi dalle precedenti gestioni.

Una beffa per i quasi 600 lavoratori, circa 80 ancora in cassa integrazione Covid che in precedenza ha interessato oltre 130 dipendenti, sollecitando l’intervento della Cgil per l’inopportunità dell’utilizzo delle misura non avendo riscontrato la contrazione del servizio.

Armando Masucci

Il campanello d’allarme è suonato nuovamente nelle segreterie delle organizzazioni sindacali, in giornata dovrebbe esserci un incontro. Il management di Irpiniambiente, Masucci-Sperandeo ha informato anche il Prefetto Paola Spena, il presidente dell’Ato Rifiuti Valentino Tropeano e il delegato all’ambiente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola.

Biancardi pur essendo a conoscenza dall’1 Luglio delle difficoltà finanziarie ancora ieri parlava di investimenti e situazione florida provando a blindare la società, ancora una volta, per il futuro affidamento del servizio dell’ente d’ambito. E mentre negli stessi momenti si fermava la raccolta dei rifiuti indifferenziati in tutti i comuni irpini per un guasto alla Stir di Pianodardine gestito sempre da Irpiniambiente, l’amministratore unico Sperandeo, incalzato dai cronisti, aveva sottolineato le difficoltà per la riscossione dei crediti vantati dalle amministrazioni comunali, “per il recupero ci sarebbe bisogno di un’azione politica sistemica, l’intervento del Governo” (leggi l’articolo).

La riscossione dei crediti è un problema che attanaglia Irpiniambiente da tempo, l’emergenza Covid appare più una scusa per nascondere le responsabilità politiche e amministrative di chi si è alternato in questi anni al vertice della società, del socio, che mai hanno messo in campo un’attività di riscossione. Esattamente un anno fa la Uil aveva lanciato il primo allarme richiamando i sindaci al senso del dovere (leggi qui l’articolo). Esattamente un anno dopo nulla è cambiato nonostante la Tari venga comunque riscossa dai comuni che determinano la tassa dai contratti di servizio con l’azienda.

Difficoltà finanziarie, problemi agli impianti, amministrazioni comunali che scelgono gestioni in house più economiche (c’è anche Avella di cui Biancardi è sindaco) e pure a Palazzo Caracciolo c’è chi pensa ad investire in Asidep, con il sostegno dei sindacati, per la quale servirebbero 4/5 milioni di euro stando alle parole del presidente dell’Asi Sirignano (leggi qui) e di aver diritto a gestire il futuro servizio di raccolta rifiuti. Anche in questo caso con il sostegno dei sindacati. L’esperienza Alto Calore non ha insegnato niente a nessuno.

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