“Ispirazioni” di Lonardo al Circolo della stampa, nell’arte un universo perduto

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Sono marine, paesaggi, nature morte, nel segno di un forte equilibrio cromatico, espressione di un universo perduto a campeggiare  nella mostra di Domenico Lonardo “Ispirazioni” di scena al Circolo della stampa fino al 7 dicembre. “Il sapiente utilizzo di semplici pastelli e penne colorate – scrive Anna Astrella – unito a un personale e rivisitato impiego della tecnica di acquerello, dona ai quadri un tocco particolare che ne contraddistingue la firma. Variegata e di livello la produzione: marine, borghi, nature morte che in ugual misura mostrano la completa padronanza tecnica e l’abilità artistica nel cogliere ogni singolo dettaglio per poi declinare un lavoro innovativo. Completano la collezione meravigliosi ritratti, volti che sembrano liberarsi dal foglio per instaurare un filo diretto con l’osservatore che ne percepisce, quasi tocca, ogni espressione appena accennata, ogni sorriso, ogni ruga. Figure d’impatto, di grande forza espressiva e dall’ottimo tratto figurativo, così come le scene di laboriosità ed altre dedicate a momenti ludici o di quiete. La trasmissione immediata del messaggio è caratteristica essenziale del realismo di Domenico Lonardo che rivela un notevole temperamento artistico insieme a una sapiente narrazione. I colori freddi, abilmente mescolati, dominano le opere dell’artista: il blu delle marine si denota anche nel cielo dei paesaggi rurali o nei dettagli dei ritratti. Il lilla, appena accennato, in maniera eterea avvolge diversi quadri. Tutti lavori dalle tonalità cromatiche ottimamente dosate e resi unici dal ricordo emozionale che anima la mano del pittore”.

Un viaggio alla ricerca delle “radici” in cui l’incisività del disegno diventa centrale, in cui le tinte pastello diventano strumento per raccontare un universo perduto, per far rivivere l’armonia dell’universo. Una pittura genuina ma capace sempre di trasmettere emozioni. “Si avverte – scrive Mario Guarini – una insaziabile volontà da parte dell’artista di affermare l’uomo, così come una ebbrezza di fronte alle cose della natura, affrontate sempre con dovizia descrittiva, che in molti casi raggiunge livelli calligrafici”. La natura diventa così protagonista raccontando scorci di paesaggio, presentandoci artigiani a lavoro nella loro bottega, mandrie al pascolo, contadine intente a sbucciare le pannocchie o suggestive nature morte, un universo dominato da fatica, lavoro nei campi, semplicità di sguardi e sentimenti.


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