Italexit, il coordinatore Amatucci: lavorare a progetti che abbiano senso per le comunità

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A margine del convegno tenuto da Italexit ad Avellino la scorsa settimana, il coordinatore cittadino Gianluca Amatucci, interviene con una nota: “Pnrr, tanti dubbi e poca concretezza per le comunità locali. Seguendo le posizioni del nostro partito, Italexit, non possiamo non interrogarci sul Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha fatto ripartire il dibattito, sui rapporti tra Europa e Italia.

Una parte della popolazione a cui ci rivolgiamo anche oggi non è d’accordo con le scelte dell’Europa in particolare sul piano dello sviluppo economico.

A noi appare come un’arma di ricatto dell’Europa, una dose di soldi avvelati, tossici, che ti danno da spendere in altre economie.

Come ha ricordato anche Paragone: “Noi abbiamo bisogno di soldi, noi stiamo parlando dell’intelligenza artificiale e non abbiamo i soldi per mettere a posto le strade, per capire da che parte andare sulla spazzatura.

In Emilia Romagna in pochi giorni hanno fatto i rifiuti di un anno, dove li andranno a mettere?

C’è bisogno di soldi, ma non per fare l’ecosostenibilità concepita da Bruxelles.”

La Banca centrale europea dovrebbe sostenere monetariamente l’economia e i cittadini italiani. Il Governo incontra le Regioni ma per l’impiego ottimale dei fondi c’è ancora confusione tra progetti e idee in cantiere.

Non vediamo collaborazione tra enti per correggere errori del passato e puntare su interventi strategici.

Fondi di Sviluppo e coesione: dove sono le risposte per chi ha perso il lavoro con il Covid?

Per gli imprenditori che hanno chiuso i loro negozi?

Per le Partite Iva bistrattate?

Ai Centri per l’Impiego propongono corsi a 1 euro all’ora per non perdere benefici minimi con il Reddito di Cittadinanza che a breve sarà abolito.

Mi basta citare una fonte istituzionale per chiarire la situazione: a far rumore qualche mese fa era stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che in un’intervista rilanciava l’allarme: «Il sistema Italia non è in grado di mettere a terra tutti i progetti del Piano, 200 miliardi in 3 anni, bisogna prendere solo le risorse che siamo in grado di spendere».

Se prendiamo 100 milioni di euro per un’opera, ed entro la scadenza ne spendiamo solo 98 significa che dobbiamo restituire i fondi e pagare l’opera con il nostro bilancio, ha esemplificato l’esponente di Fratelli d’Italia quindi, massima attenzione ai progetti e alla fattibilità e all’attuazione.”


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