La comunità, i ragazzi, l’amore per l’Avellino: Bellizzi e il murales per Don Mimmo – IL CIRIACO

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Don Mimmo è stato e sarà sempre una vera e propria istituzione. Per Bellizzi, certo, ma non solo. Ricordato per essere sempre vicino ai ragazzi, per la passione per la propria comunità, ma anche per il messaggio da diramare nel resto d’Italia e anche oltre. Tutto questo e molto di più era Don Mimmo, scomparso tre anni fa per una brutta malattia.

La sua figura resterà indelebile, soprattutto a Bellizzi, dove lo sarà ancora di più grazie al murales che gli è stato dedicato e che verrà inaugurato giovedì. L’idea è venuta all’associazione di promozione APS Alipergo, ed è stato realizzato dall’artista Davide Brioschi.

Abbiamo ascoltato Luca Rubicondo, vice presidente dell’APS Alipergo, che ci ha raccontato come tutto è nato, ma soprattutto quella che era ed è tutt’ora l’importanza di Don Mimmo per la comunità di Bellizzi: “L’idea di regalare un murales a Don Mimmo ci è venuto dopo il secondo anno dalla sua scomparsa. Tramite l’associazione, avendo un gruzzoletto racimolato tramite promozioni, eventi, giochi per ragazzi, abbiamo pensato a questa idea. Ci abbiamo messo un po’ ad organizzare tutto: serviva la foto adatta, e soprattutto l’artista. Speravamo di raggiungere Davide Brioschi, che nell’ambito avellinese è il più bravo,perché è molto ricercato. Dopo aver ricevuto il suo ok è partita la macchina“.

Don Mimmo resta una figura di incredibile importanza per tutto quel che ha fatto: “Lui è nato e cresciuto a Bellizzi, prima che le sue missioni lo portassero nel resto d’Italia e anche fuori. Alla fine, però, è tornato a casa, a Bellizzi. E’ stato parroco, se non vado errato, per circa una decina d’anni, Ma prima che parroco era un amico, sapeva parlare ai giovani, anche a chi non frequentava la chiesa, sapeva stare in mezzo a loro, invogliava a partecipare a eventi che portavano aggregazione, e ha da sempre appoggiato l’idea di far nascere la nostra associazione. L’unica cosa che lo ha fermato, ma solo parzialmente, è stata la malattia degenerativa che poi, pian piano, l’ha portato via. Ma fin quando riusciva a stare in piedi o anche con la sua carrozzina elettrica, voleva stare sempre in mezzo a noi, parlando con tutti, grandi e giovani“.

Una delle grandi passioni di Don Mimmo era l’Avellino Calcio: “L’amicizia è nata quando è venuto con noi a vedere le partite: era tifosissimo dell’Avellino, ci portava al Partenio e spesso veniva anche in trasferta, un po’ per essere la nostra chioccia e un po’ perché voleva stare in mezzo a noi giovani. L’idea del murales ci è venuta perché era un modo per tenerlo per sempre raffigurato e in mezzo a noi. Abbiamo scelto come luogo l’anfiteatro perché è il fulcro del paese e degli eventi: se c’è una sagra, o viene ad esibirsi un cantante o un attore, in occasione della zeza, lui è sempre lì, nel punto di ritrovo del paese. Abbiamo deciso quel punto quindi perché visibile, così che tutti i bambini del paese o anche le persone che semplicemente passeranno di lì, potranno vederlo e averlo sempre nella loro mente e nel loro cuore“.

Lavorando al ritratto in memoria di Don Mimmo…

Pubblicato da Davide Brioschi su Sabato 25 luglio 2020





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