Un grande classico. La Dc non può tramontare. Perché è partito fatto di valori, una idealità che entra dell’immaginario collettivo degli italiani. La Dc è un’eredità contesa, un patrimonio anche di consensi. Voti che acquistano tanto più valore se si mettono tutti insieme, soprattutto se all’orizzonte ci sono le Europee.
E allora Totò Cuffaro, ex senatore, già presidente della Regione Sicilia, e Angelo Sandri, segretari nazionali delle due anime della Democrazia Cristiana, si sono incontrati a Roma, per sottoscrivere un accordo per intraprendere un processo politico di riunificazione della Dc, che “si incentra sulla riconferma della denominazione del partito Democrazia Cristiana, sulla connessione tra denominazione e simbolo storico scudo-crociato, nella vigenza dello statuto storico della Dc”.
I due segretari nazionali, Cuffaro e Sandri, si impegnano “a mettere in atto ogni opportuna iniziativa politica ed organizzativa che favorisca il raggiungimento dell’auspicata riunificazione della Democrazia Cristiana. Tutto ciò viene ritenuto funzionale alla crescita democratica del nostro Paese, finalizzata al conseguimento del bene comune”.
L’appello è completare “al più presto questo percorso di riunificazione anche l’Udc di Lorenzo Cesa, alla Dc di Gianfranco Rotondi e a tutte le altre componenti democristiane presenti sulla scena politica italiana”.
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