La lezione di Minichiello, necessario ripartire dall’etica e dalla responsabilità per mantenere accesa la fiamma del suo pensiero

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“Mantenere viva la fiamma del pensiero di Giuliano Minichiello, nella consapevolezza del grande vuoto che ha lasciato in questa città e nel panorama filosofico attuale”, Lo sottolinea il professore Luigi Anzalone nel corso del confronto a lui dedicato dall’associazione “Insieme per Avellino e per l’Irpinia” al Circolo della stampa. Il preside Giovanni Sasso, alla guida della Società Filosofia Italiana, sceglie di partire dal forte sentimento etico che ha sempre contraddistinto la sua ricerca, dal senso di responsabilità che era alla base del suo impegno di educatore “Centrale nei suoi libri è il tema del Nostos, lo spaesamento, l’incapacità di sentirsi a casa, il non riuscire a ritrovarsi nel contesto territoriale in cui si vive, perchè non risponde alle proprie esigenze. Questo spaesamento c di tutti noi, è nostalgia del passato e volontà di ritorno. La soluzione che indica Giuliano è una sola, imboccare il sentiero della rettitudine, realizzare ciò che è giusto nella propria comunità di appartenenza. L’identità etico-politica si concretizza, dunque, nella realizzazione della giustizia politica, nella riscoperta dell’etica, quella che Anzalone chiamerà nostalgia di futuro. Poichè il futuro non può essere se non legato a questa carica etica, fatta di rispetto e partecipazione. E’ quella che potremmo chiamare cittadinanza, una comunità fondata sui legami e le relazioni, sul patire di cui parlava Masullo”.

Ricorda un seminario tenuto da Giuliano Minichiello al liceo Colletta il 2 febbraio 2015. “Un testo prezioso, – spiega Sasso – trascritto dalla professoressa Marinella Manzo, in cui lo studioso si interroga sul concetto di filosofia della mente, sulle analogie tra mente e computer. La ricerca sull’intelligenza artificiale è cominciata nel 1956 ed è stata scandita da tappe che hanno visto la mente umana come una macchina. Minichiello cerca di comprendere se esista una perfetta identità o ci sia, invece, altro. La risposta arriva anche da un altro suo studio “Pensare e conoscere il Martin Pescatore e il problema della mente” Il martin pescatore è sempre in grado, grazie al suo becco, con un’azione meccanica, di afferrare il pesce, la sua è una dote innata. Noi uomini sviluppiamo il nostro conoscere ma possiamo anche riflettere su di esso, la specificità dell’uomo è dunque, nella sua coscienza, concetto che appare oggi anche un mistero da esplorare”

L’onorevole Alberta De Simone sottolinea come la lezione di Giuliano sia fortemente umanistica, “Al centro dei suoi ragionamenti pone la condizione umana. Ho sempre ammirato, inoltre, come abbia svolto funzioni civili, abbia accettato incarichi come amministratore, conservando sempre una distanza dalla politica, rimanendo sempre sè stesso, convinto che non si possa fare politica prescindendo dalla cultura. Credo che la lezione di Minichiello sia un magistero di civiltà culturale e politica, di cui oggi c’è bisogno”. Quindi si sofferma sul suo percorso di ricerca, da Hegel a Marx nel segno della tensione dialettica, prima ideale e poi legata alla realtà materiale per poi approdare a Nietsche, alla sua volontà di potenza, che condanna l’uomo ad accettare la vita così come è, al di là della ragione e della morale “Ma per Giuliano – spiega De Simone -l’uomo ha sempre un’alternativa, è sempre chiamato a seguire i principi della libertà individuale e politica, non deve avere paura di esprimere opinioni contrarie, può scegliere di ribellarsi contro nuove divinità come il dio denaro, di disobbedire per vincere il nichilismo imperante, Se oggi fosse vivo, troverebbe un’ulteriore conferma alle teorie da lui formulate, ci ricorderebbe in tempi di guerra l’importanza di ripartire dall’uomo, ci esorterebbe a difendere la civiltà umana dalla catastrofe ecologica e a rendere più inclusiva la polis”. Ma De Simone pone l’accento anche sul suo sguardo di meridionalista “un Sud sfruttato come mercato per i prodotti del Nord, costretto a sottostare agli interessi di altri”. Quindi ricorda il suo ruolo di pedagogista, capace di avvicinare i giovani alla conoscenza, convinto che l’educazione sia crescita dello spirito e non possa prescindere dalle relazioni tra le generazioni.

Luigi Anzalone spiega come “Si avverte oggi con forza l’esigenza di una riflessione organica compiuta sul pensiero filosofico di Minichiello, una riflessione che non è riducibile alla dimensione della città. Giuliano è stato un grandissimo filosofo e sono certo che i posteri gli riconosceranno questo ruolo”. Quanto al rapporto con Avellino, “Manca certamente alla città l’intelligenza critica, la lungimiranza di pensiero che si incarnavano nella sua figura politica e di studioso. Manca al Mezzogiorno una voce che ne valorizzi la dignità, il valore, le energie di fronte all’aggressione che ci viene dalla legge sull’autonomia differenziata”. Confessa come “spesso mi accompagna nei miei sogni. Siamo stati due compagni d’armi, consapevoli di poter sempre contare l’uno sull’altro in questa battaglia per l’esistenza, in questo folle amore per la vita, accompagnato dal coraggio della verità”. Per ribadire come “la fenomenologia esistenziale è la guida dell’indagine di Minichiello, a partire dall’idea di caduta e dal problema irrisolto legato al nostro essere nel mondo. Un percorso che si conclude con un simbolo cristologico come quello di Giobbe, l’uomo giusto che sceglie di obbedire”.

Anzalone ricorda come Minichiello abbia esplorato con attenzione i pericoli della società industriale, della società della tecnica in cui la natura è piegata al volere dell’uomo ” siamo ridotti a valore di scambio come merci, immersi in un mercato senza fine. E Giuiano è consapevole che la società della tecnica ci porterà al disastro”. A offrire il suo contributo alla riflessione anche la giornalista Vinia La Sala “L’educazione diventa strumento per formare all’esercizio del pensiero, capace di promuovere consapevolezza e responsabilità, ma anche strumento di emancipazione”. Ribadisce come “La speranza è che la sua lezione possa diventare fonte di ispirazione per la nuova amministrazione, trasformando questa terra in un laboratorio che educhi all’esercizio della libertà di pensiero, in un tempo in cui i valori democratici sono nel baratro”. A introdurre l’incontro Pasquale Luca Nacca di Insieme per Avellino e per l’Irpinia che si sofferma sulla necessità di dare una svolta a questa città, di mantenere vivo il tessuto culturale e sociale e di ripartire da quelle infrastrutture che mancano a partire dalla battaglia per l’elettrificazione della linea Avellino Salerno. Un omaggio commosso, quello della città di Avellino, capace di riunire generazioni differenti. In prima fila anche la moglie di Giuliano Minichiello Annamaria e il figlio Agostino.



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