“Il Convitto non dimentica”… La scritta fatta dagli alunni su uno striscione di stoffa campeggia in palestra, in ogni tappa del percorso insieme che docenti e studenti stanno compiendo nel segno della Legalità. Un percorso tessuto negli anni, fatto di incontri speciali con l’associazione Libera, di laboratori sulla giustizia, all’insegna della speranza di tutti e per tutti, in una società realmente giusta.
Negli scorsi mesi gli alunni del Liceo Classico e Classico Europeo del Convitto hanno aderito al Progetto di Libera, “Giustizia e Legalità”, per l’anno scolastico 2024/2025, teso a sperimentare modelli educativi sui temi dell’antimafia. I volontari hanno portato nelle classi le storie delle vittime innocenti, i valori della Costituzione, l’anticorruzione, la lotta alla criminalità organizzata, i dati sugli ecoreati, cercando di coinvolgere più ragazzi e ragazze possibili con discussioni, approfondimenti, laboratori tematici e incontri con i testimoni. Il percorso ha generato sinergie potentissime tra volontari e studenti, che hanno accettato come un onore la “Staffetta della Legalità”.
L’ impegno non si è fermato e non è rimasto vuoto insieme di parole. Stamattina, 25 marzo, durante l’assemblea studentesca, gli studenti hanno voluto ospitare, con il patrocinio del Rettore, Prof. Attilio Lieto, Antonietta Oliva, vedova di Pasquale Campanello, Sovrintendente Capo del Corpo di Polizia Penitenziaria, in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale l’8 febbraio 1993, quando fu ucciso da quattro killer, con quindici colpi di pistola a distanza ravvicinata, in un agguato, sotto la sua abitazione a Mercogliano. Da anni la vedova Campanello chiede giustizia e non può nascondere l’indignazione, poiché lo Stato, a distanza di tanti anni, non ha saputo difendere chi lo stava servendo. Ancora oggi, dopo 33 anni, non si conoscono i nomi di chi si è macchiato del delitto. Con un Amore sempre vivo Antonietta tiene accesa la memoria del marito, raccontando una storia struggente ai ragazzi in silenzio. Ricorda l’infanzia dei suoi figli, gli anni duri in cui ha dovuto essere madre e padre, e di come, nonostante tutto, uno dei suoi figli, Armando, abbia scelto di seguire le orme del padre, perché, dice, “rispettiamo lo Stato, malgrado quello che è accaduto, non abbiamo mai pensato di girare le spalle al nostro paese”.
Una lotta al silenzio e all’omertà in nome della speranza, quella della signora Antonietta, che ha risposto, una ad una, a tutte le domande dei tanti ragazzi desiderosi di sapere e di dare uno sguardo di conforto a una donna che ha perso un compagno di vita senza un perché. In dono i due Rappresentanti di Istituto, Francesco Pagano e Francesco Sessa, hanno offerto dei girasoli, simbolo di luce, di vita, di saggezza.