E’ Giancarlo Sicuranza, presidente dell’associazione Sante Spine, a sottolineare come la “Rievocazione del dono delle Sacre Spine si propone di promuovere il territorio arianese e la sua storia. Sarà allestito un accampamento medievale e verrà riproposta la vita del XXIII secolo. Non mancheranno spettacoli emozionanti con la partecipazione di grandi artisti provenienti da tutta Italia. Durante i tre giorni di Rievocazione ci saranno tantissime attività: esposizione di rapaci, giullari, giocolieri, cantastorie, laboratori di antichi mestieri, musiche e danze medievali, incendio del campanile , corteo storico ed il Palio delle contrade”. Si comincia l’11 agosto con la santa messa officiata dal vescovo Sergio Melillo e la processione del patrono Sant’Ottone. Si prosegue il 12 agosto, alle 19.30, con l’accoglienza delle Sacre Spine, simbolo della Corona di Cristo e il tradizionale corteo che partirà dal castello per raggiungere il Duomo e si concluderà con la consegna da parte dei Carlo D’Angiò dell’urna con le Sacre Spine al vescovo Melillo. Secondo la tradizione furono probabilmente donate da Carlo D’Angiò, nel sec. XIII. Oggi sono incastonate in una scultura argentea, in due ampolle di cristallo, tripartita, con decori di gigli di Francia. Il 13 agosto, alle 18.30, sarà l’arcivescovo di Salerno Andrea Bellandi a celebrare la santa messa, seguirà la processione delle Sante Spine.
La popolazione arianese ha sempre custodito la forte devozione, affiorano nel medioevo le processioni penitenziali che dalle contrade e specie dal santuario di S. Liberatore, “con il capo coperto da corone di edera e di biancospino, in tempo di calamità, di prolungata siccità o di abbondanti piogge, giungevano in cattedrale, dove erano esposte le S. Spine, invocando la pioggia ristoratrice o il sole benefico”.
Intonavano laudi e canti religiosi.
Nell’area del castello sarà allestito un villaggio medievale tra mercatini, accampamento e osterie, di scena anche gli spettacoli degli sbandieratori di Foligno, gli armigeri “La Rosa d’acciao”, i Giullari del Diavolo e l’esposizione dei rapaci.