La rivincita dei borghi del Centro Sud: 4 destinazioni da visitare

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Alla scoperta di 4 località del Centro Sud che hanno cambiato il loro destino con progetti di riqualificazione, eventi culturali ed ecoturismo. Riscattando così la cattiva nomea del passato

Un tempo i borghi erano luoghi penalizzati da un passato di povertà e una fama legata a emarginazione e criminalità. Poi, negli anni, grazie a progetti virtuosi e politiche di riqualificazione, hanno cambiato la narrazione, vinto sui pregiudizi e si sono aperti al turismo.

Sono territori che resistono alle difficoltà e che diventano esempi di resilienza. Matera ne è il caso più emblematico, da “vergogna nazionale” a Capitale Europea della Cultura, ma non è il solo. Abbiamo selezionato 4 destinazioni del Centro Sud che vale la pena visitare per la loro ricchezza naturalistica, culturale e umana.

  • Basilicata: Matera meta top

Nel secondo dopoguerra Matera venne definita “vergogna nazionale” per via delle malsane condizioni dei Sassi, case-grotte in cui persone e animali convivevano. Povertà, emarginazione sociale e precarietà igienico-sanitaria portarono il governo a sfollare due terzi degli abitanti verso i rioni nuovi: nasce un vero e proprio “caso Matera”. Ma negli anni si lavora per valorizzare l’antica bellezza del centro storico, arriva il cinema (da Pasolini a Mel Gibson) e gradualmente Matera si ripopola con botteghe artigiane, case museo e attività ricettive. Nel 1993 viene assegnato alla città il riconoscimento a Patrimonio Unesco e nel 2019 il ruolo di Capitale europea della cultura. È boom del turismo.

Del resto siamo in un luogo cesellato nella roccia che sembra un presepe da ammirare tra vicoli, chiese rupestri, scale e archi. E uno dei luoghi più attivi nel “rinascimento materano” è la fondazione Le Monacelle, ex convento cinquecentesco convertito in centro culturale che ospita numerosi eventi. Fra questi c’è Fucina Madre, una vetrina del meglio dell’artigianato locale, dalla ceramica all’uncinettodesign, che è diventato un progetto di valorizzazione turistica. Sul sito (fucinamadre.basilicataturistica. it) si possono trovare gli “artieri” dell’ultima edizione (tenutasi in maggio) e andarli a cercare nel centro storico. Per un tour con esperienze su misura e all’insegna dell’autenticità lucana ci si può affidare a Elle Viaggi (elleviaggi.com).


Dove dormire
: se si desidera dormire nel centro storico di Matera, ma in posizione comoda vicina ai parcheggi, e con i comfort di un indirizzo moderno, Albergo Italia è un’ottima soluzione (albergoitalia.com).

  • Sicilia: i villaggi dei Sicani

Un angolo dell’isola sconosciuto ai più, dove malavita e disoccupazione avevano portato i piccoli borghi dei Monti Sicani allo spopolamento. Per emergere in un territorio cresciuto all’ombra delle bellezze più note, come la Valle dei Templi, un gruppo di paesi tra l’agrigentino e il palermitano ha fatto rete creando un nuovo progetto turistico. Si chiama Distretto rurale di qualità dei Sicani (sicanivillages.com) e vuole promuovere un turismo delle relazioni, che porta in primo piano produttori e abitanti: custodi di tradizioni, sapori e saperi locali.

Ecco allora iniziative come “Turisti per case” a Sant’Angelo Muxaro (borgo capofila del progetto), dove si mangia nelle cucine e nei cortili di casa imparando i segreti delle ricette di famiglia. Insieme alle guide-cittadini si gira poi per i vicoli del centro fra le pitture murali che hanno ridato colore (e speranza) ad angoli degradati. A Giuliana si tiene anche un progetto di socializzazione dal nome che è tutto un programma: “seggi fora tour” (sedie fuori). Recuperando la tipica usanza di sedersi fuori dall’uscio per chiacchierare, anche i visitatori possono farlo girando per il borgo. Qui saranno accolti dai cittadini con racconti locali.

Dove dormire: nel borgo di Aragona il Bio Resort Fontes Episcopi offre camere immerse nel verde, orto terapia e una grande cucina dove sentirsi come in famiglia e cucinare insieme i prodotti biologici locali (fontesepiscopi.it).

  • Calabria: i borghi grecanici

Aspromonte è stato a lungo associato ai sequestri di persona e alla malavita. Un passato travagliato che ha marchiato un territorio come ostile e inaccessibile, emarginandolo da qualsiasi progetto di rinascita e apertura turistica. Eppure, il parco nazionale dell’Aspromonte è un gioiello di natura selvaggia e borghi grecanici. E oggi, nonostante le difficoltà di un territorio ancora in parte trascurato, giovani associazioni e guide del parco propongono attività di ecoturismo ed escursionismo. È il caso del Sentiero del brigante (sentierodelbrigante.it): 140 km di trekking in 7 tappe attraverso foreste, torrenti e borghi arroccati sugli speroni rocciosi, lungo le tracce di briganti e fuggitivi del passato.

Si parte da Gambarie, nell’Aspromonte e si arriva a Serra San Bruno nel Parco naturale regionale delle Serre. Assieme alle guide si può anche praticare canyonig (aspromontewild.it): il massiccio è ricco di gole e torrenti che fanno la gioia degli amanti dell’outdoor. E poi ci sono borghi dove ancora resiste la parlata grecanica, come Gallicianò: 620 metri sul livello del mare, un dedalo di case in pietra e una vista mozzafiato sulla Vallata dell’Amendolea. Del resto, queste sono le terre della gloriosa Magna Grecia: quella parte di passato di cui bisognerebbe andare più fieri.

Dove dormire: a Gambarie d’Aspromonte si trova il Park Hotel Bellavista, unico 4 stelle del parco dove vengono proposte anche attività escursionistiche nella natura (bellavistaparkhotel.it).

  • Sardegna: i comuni della Barbagia

Ci sono stati anni in cui solo a pronunciarne il nome tremavano i polsi. La Barbagia, zona montuosa nel centro della Sardegna, evocava povertà, sequestri di persona e malavita. Insomma, un luogo da cui stare alla larga. Eppure Nuoro, il suo cuore, è stata terra di grandi scrittori, a cominciare dal Premio Nobel per la Letteratura Grazia Deledda fino a Salvatore Satta, autore del celebre romanzo “Il giorno del giudizio”. Proprio da qui sono nati tanti progetti per valorizzare il patrimonio culturale della zona, a cominciare proprio dalla casa museo e parco letterario dedicati alla scrittrice. Ma non solo.

Nuoro è diventata una tappa turistica grazie a musei come il Man, vero e proprio polo culturale dedicato all’arte contemporanea sarda (museoman.it) e al museo della Vita e delle Tradizioni popolari sarde tra raffinatissimi costumi, pani decorati e gioielli con simboli legati alla fertilità e alla terra. Il nuorese, poi, è anche natura aspra e selvaggia come le montagne calcaree che ricordano a tratti le Dolomiti. Fra le escursioni più belle ci sono quelle al Monte Albo, un sito d’Interesse comunitario (SIC) per via delle guglie di calcare popolate da mufloni, aquile reali e la lucertola endemica Geotritrone che si nasconde nelle grotte. E il territorio è riuscito a reinventarsi anche in bassa stagione, grazie al festival diffuso “Autunno in Barbagia” (da settembre a novembre). L’evento clou è Cortes Apertas: weekend di aperture delle corti a Nuoro e provincia con laboratori e stand sul meglio della gastronomia e artigianato barbaricini.

Dove dormire: nel centro storico di Nuoro c’è il B&B Erbas che profuma di elicrisio gestito da una famiglia di erboristi (facebook.com/erbasbnb).

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