La Scandone pronta a inserirsi nella corsa al titolo di Roseto – IL CIRIACO

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C‘è anche la Scandone in corsa per acquisire un titolo sportivo che consenta di partecipare al prossimo campionato di A2. A poco meno di un anno dalla clamorosa decisione di rinunciare alla serie A1, dopo 20 partecipazioni consecutive tra A2 e A1, per poi iscriversi in maniera rocambolica alla serie B, la società è pronta al nuovo colpo di scena: oggi – secondo fonti attendibili in nostro possesso – presenterà un’offerta alla società Roseto Sharks, che dovrebbe pareggiare o addirittura essere di poco superiore a quella già avanzata da La Pallacanestro Avellino, realtà che l’altro giorno per la prima volta si è presentata al pubblico. Ciò sempre che il Tribunale di Avellino autorizzi l’iniziativa, dal momento che la proprietà della Scandone, cioè la Sidigas, è coinvolta nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Avellino per i mancati pagamenti all’Erario e quindi in  amministrazione giudiziaria.

Insomma, nonostante quanto affermato dal sindaco Gianluca Festa, non prevarrebbe la volontà di conquistare la promozione sul campo. Ma la vicenda, qualunque sia la sua conclusione, pone molti interrogativi. Il primo, inevitabilmente, legato ai problemi della Sidigas (e quindi indirettamente della Scandone) con l’Erario. Se è vero, come è vero, che la scorsa estate Gianandrea De Cesare e le sue società sono state bloccate dall’indagine promossa dal procuratore aggiunto Vincenzo D’Onofrio in merito, fra le altre contestazioni, ai mancati versamenti dell’Iva, che cosa è cambiato oggi? Il difficile piano di ricostruzione del debito di Sidigas potrebbe fungere da garanzia per portare la Scandone in una situazione di normalità dal punto di vista sportivo?

Questo evidenzia come tutto dovrà comunque passare dalla scrivania di Francesco Baldassarre, amministratore giudiziario di Sidigas, posto che l’assenso dell’amministratore delegato Dario Scalella dovrebbe essere scontato.

Se questo scenario dovesse essere confermato dai fatti, ecco che avremmo il secondo grosso dilemma: se questo è possibile oggi, perché non lo è stato la scorsa estate?

È chiaro che all’epoca degli accadimenti la situazione sembrasse del tutto differente da quella odierna, ma è altrettanto vero che dopo il fallimento delle operazioni per il concordato in bianco e lo stop, anche legato all’emergenza sanitaria, delle procedure per il piano di ricostruzione del debito, la situazione di Sidigas sia pressocché invariata rispetto a 11 mesi fa. Almeno sulla carta. E allora chiedersi perché la Scandone abbia dovuto vivere l’inferno di un campionato di B affrontato sì con dignità sul campo ma anche con giganteschi problemi amministrativi e contraddistintosi per continui interventi esterni atti a coprire i buchi di liquidità che i vari lodi hanno creato nel corso della stagione, diventa legittimo. La doppia auto retrocessione è stata un atto dovuto o la Scandone si ritrova oggi a guardarsi indietro e a scoprire che è l’unica nave della flotta Sidigas ad essere stata colpita e affondata? E soprattutto: perché?

Ancora, pur volendo tralasciare queste grosse contraddizioni, appare evidente come ci sia necessità di iniziare a giocare a carte scoperte. La Scandone, in questo momento, è rappresentata da Gennaro Canonico e da Luciano Basile. Ma il secondo è il liquidatore scelto lo scorso dicembre per traghettare la Scandone verso il risanamento del bilancio, non un dirigente. E Lo stesso Canonico, che ha ereditato la sua posizione da Gerardo Santoli, dovrebbe vedere, almeno seguendo la linea logica delle affermazioni degli scorsi mesi, il suo mandato scadere il prossimo 30 giugno. Alla luce di questo striminzito organigramma, chi finanzierà l’acquisizione del titolo e l’allestimento e la gestione della squadra? Le garanzie economiche e finanziarie sono un punto sul quale la Com.Tec. adotta un parametro di tolleranza zero. Conoscere l’identità degli investitori e riscrivere, o almeno arricchire, l’organizzazione non è cosa che possa essere rimandata per molto.

Infine viene da domandarsi se questa iniziativa non sia solo e unicamente un forte segnale della volontà della Scandone di far continuare a sentire la sua presenza, anche alla luce della potenziale nascita di un’altra realtà sportiva. Ma dagli ambienti de La Pallacanestro Avellino filtrano solo segnali di apertura, con gli attori all’opera per la costruzione disposti anche a vedere, eventualmente, il titolo di Roseto arrivare ad Avellino sponda Scandone, confermando in pieno le parole del comunicato dell’altro giorno dove si metteva al centro del progetto la costruzione di un valido settore giovanile, che in ogni caso dovrebbe formarsi. Insomma, un messaggio distensivo in linea con le intenzioni svelate. Il canovaccio, dunque, sembra essere lo stesso degli ultimi mesi, con la Scandone che fa una mossa e attende gli ok di Sidigas e Tribunale, continuando però a trovare insperate energie finanziarie. Adesso occorre però capire chi gestirà il club nei prossimi mesi e chi lo finanzierà.

L’emergenza della Scandone è scoppiata lo scorso giugno e, dopo un anno di stenti e di salvataggi all’ultimo secondo, se è vero che si vuole tornare, più o meno, ai fasti del passato è necessario essere chiari e limpidi.



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