Il consiglio comunale di ieri sera ha risposto ad alcune domande ancora ‘sospese’, tipo “la sindaca Laura Nargi cade?”, “la consiliatura va avanti regolarmente?”. E ha risposto anche ad alcune curiosità meno stringenti, tipo il ruolo del Patto Civico, al netto delle romantiche scintille tra Nargi e l’ex candidato sindaco Rino Genovese. La terza risposta avuta dall’Assise è una conferma: la ferma e inflessibile opposizione della minoranza di centrosinistra (anche se la stessa sindaca ha voluto ribadire, proprio nel corso dell’Assise, che anche lei è di centrosinistra).
LA SINDACA CADE? LA RISPOSTA E’ ARRIVATA DA UN’INEDITA VIVACITA’ DEI CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA
La prima risposta è quella che riguarda la tenuta della maggioranza. Del resto al primo punto dell’ordine del giorno c’era proprio la richiesta di un chiarimento alla sindaca sulla (presunta) crisi: “Stiamo parlando del nulla. Due ore di perse a discutere di una crisi che non c’è” ha detto la prima cittadina rivolgendosi agli otto consiglieri seduti tra banchi dai quali era partita la mozione: Antonio Gengaro, Amalio Santoro, Antonio Bellizzi, Ettore Iacovacci, Enza Ambrosone, Luca Cipriano, Nicola Giordano e Antonio Aquino. Un concetto poi ribadito da un’inedita vivacità dei consiglieri di maggioranza: hanno infatti preso la parola Mario Spiniello, Monica Spiezia, Elia De Simone, Nicole Mazzeo, Alberto Bilotta e Antonio Genovese. In estrema sintesi tutti concordi nel dire: “La maggioranza siamo noi delle tre liste Davvero, Siamo Avellino e Viva la Libertà. E siamo uniti e coesi per proseguire la consiliatura fino alla fine. Punto”. E in effetti i numeri ce li hanno, abbondanti: 12 consiglieri Davvero, 6 consiglieri Siamo Avellino e 2 consiglieri Viva la Libertà. Venti voti su 33, ai quali aggiungere anche i due voti del presidente del consiglio comunale Ugo Maggio e della sindaca Nargi: 22 contro gli 8 del campolargo di centrosinistra. Ventidue ai quali aggiungere ulteriormente anche il Patto Civico: perché al netto della dura presa di posizione di Rino Genovese, gli altri tre consiglieri eletti con la sua coalizione del Patto Civico, anche ieri sera hanno continuato a votare insieme alla maggioranza. Sia Gerardo Melillo (eletto con la lista Forza Avellino, e cioé Forza Italia e quindi D’Agostino), che Giuseppe Giacobbe e Sergio Trezza (eletti con la lista Moderati e Riformisti, leggi Livio Petitto e quindi anche qui Forza Italia), pur lamentando uno scarso coinvolgimento nelle decisioni di governo hanno ribadito la permanenza in maggioranza. E se anche Rino Genovese si dovesse dimettere, come ha ‘minacciato’ già ieri sera, al suo posto entrerebbe la prima dei non eletti del Patto Civico, Maria Rosaria Famoso, che pare non faccia mistero del proprio gradimento per la sindaca Nargi.
I TORMENTI DEL PATTO CIVICO
Dire che il Patto Civico si trovi in una posizione scomoda è poco. Lo ha spiegato plasticamente il consigliere di Forza Avellino Gerardo Melillo nel suo intervento di ieri sera: “Non ci sto a fare da pungiball (o punching ball)”. Perché in effetti gli schiaffi in questi mesi sono arrivati a iosa, e tutti dalla stessa maggioranza alla quale hanno ufficialmente aderito votando nella prima Assise di insediamento le linee programmatiche della sindaca. Schiaffi arrivati sotto forma di comunicati stampa al veleno firmati dai capigruppo Spiniello e Spiezia due liste Davvero e Viva la Libertà. E arrivati anche dalla sindaca, che in seguito alle pressioni delle citate due liste festiane ha confermato che nella fase due gli assessori saranno scelti solo tra le tre liste della sua coalizione: il Patto Civico resterà fuori dalla nuova giunta ‘politica’. “Non vogliamo una poltrona – hanno ribadito dal Patto Civico – ma vogliamo essere coinvolti nelle decisioni. Nei patti c’era sì la condivisione delle linee programmatiche, ma anche una co-gestione dell’azione amministrativa. E invece dall’inizio della consiliatura non siamo stati mai chiamati ad una riunione di maggioranza”. Una situazione più che scomoda alla quale ieri sera forse si è trovata una piccola via d’uscita: alle rimostranze del Patto Civico la sindaca ha teso una mezza mano, “se quello che chiedete è solo un maggiore dialogo, ci possiamo provare, la mia porta è sempre aperta”.
GENGARO: ECCO PERCHE’ SERVIVA UN CHIARIMENTO SULLA CRISI DI MAGGIORANZA
Ad Antonio Gengaro (Pd) il compito di spiegare il perché della richiesta di chiarimenti su una crisi di maggioranza che la sindaca dice inesistente: “Si è dimesso l’assessore Volino, che era diventato di fatto il front man maggiore dell’Amministrazione Nargi, e che per la verità è stato parco di motivazioni. L’assessore Savio è stato revocato per il venir meno del rapporto di fiducia, ma qui consiglierei alla sindaca, quando si tratta di revoche, di motivarle meglio altrimenti si va incontro a possibili ricorsi. Ma le parole che ha detto Savio nella sua conferenza stampa di addio sono state molto dure, a tratti anche ingenerose. E ha fatto anche accuse molto gravi su presunte pressioni di tipo clientelare per una palestra che lui aveva intenzione di attivare a San Tommaso, tra l’altro su un argomento anche molto delicato perché doveva essere una palestra dedicata soprattutto ai portatori di una disabilità. E poi ha parlato di una serie di iniziative che avrebbe voluto mettere in campo per la nostra città e che sono state osteggiate dalle sua stessa maggioranza. Questi sono fatti molto gravi. Ma ancora più gravi sono state le note, e qui mi rivolgo ai capigruppo di maggioranza Spiniello e Spiezia, nei confronti dei vostri alleati, o ex, del Patto Civico. Su questo ho un’opinione molto netta: il Patto Civico è stato determinante cara sindaca per farvi vincere le elezioni. Se non ci fosse stato l’apporto determinante di Gianfranco Rotondi, che ancora oggi chiede fedeltà ai suoi uomini, di D’Agostino con la ‘bolla pallonara’, e soprattutto di Petitto e delle periferie, e con l’apporto dei quattro colleghi consiglieri, lei difficilmente vinto le elezioni. Noi non abbiamo mai chiesto l’apporto del Patto Civico. Sarebbe bastato un atteggiamento di neutralità”. “Non ho rimpianti. Penso che nel mio campo di aver fatto tutto il possibile. Ora la sindaca dice che Festa è un suo alleato politico e io vi ho definiti una sorta di Bonnie e Clyde della politica, nel senso che siete stati degli abili truffatori dell’elettorato avellinese, perché avete detto che vi alleavate con il Patto Civico, stringendo un patto che vi ha consentito di vincere le elezioni ma che poi non avete onorato. Eppure Genovese in quest’Aula è stato il suo maggiore alleato, quello che l’ha più difesa dai miei attacchi arrivando pure a minacciare azioni giudiziarie. Anche se poi l’unica querela che ho mai preso in tanti anni di attività politica è stata quella che mi ha fatto Damiano Genovese, e l’archiviazione di quella querela è come una medaglia per me. La tengo conservata”. “Quindi voi siete qui in virtù di una truffa che avete fatto all’elettorato. La giunta tecnica è stato uno specchietto delle allodole nella fase in cui è arrivato il secondo provvedimento della magistratura (l’inchiesta Dolce Vita-bis, ndr.) e oggi li state mandando via dopo che in cinque mesi non hanno evidentemente potuto fare nulla di concreto”.