“Si è persa del tutto la sua lezione.. Dobbiamo fare i conti con il vuoto della politica, con chi in nome di una presunta difesa del bene comune garantiva interessi di parte”. Lo sottolinea con forza il giornalista Generoso Picone, a margine della celebrazione alla chiesa di Costantinopoli per ricordare Antonio Di Nunno, indimenticato sindaco della città e giornalista rigoroso. “Dieci anni – spiega Picone – sono passati in fretta ma sembra siano passati secoli, siamo dentro una fase in cui imperano sovrani il populismo e il sovranismo, una retorica che ha fatto perdere il senso del ruolo del sindaco. Un ruolo che Tonino seppe esaltare. Guidava questa comunità con orgoglio, immaginando una visione che riguardasse la collettività. Oggi si guarda a un orizzonte privato con grossi scivoloni da parte di chi amministra”. Non ha subbi Picone “La sua grande amarezza sarebbe stata quella di vedere lo stato in cui versa la città. Il capoluogo vive una transizione verso qualcosa che non si sa cosa sia, tra parole buttate al vento e comportamenti che non fanno ben sperare per il suo futuro”. A rendergli omaggio amici di sempre come Antonio Gengaro, Carlo Silvestri, Ugo Santinelli e Nunzio Cignarella ma anche chi ha condiviso con lui un tratto del percorso di amministratore, come Nuccio D Pietro, Geppino Vetrano, Lello De Stefano fino al senatore Enzo De Luca, esponenti del Pd come Franco Russo o Ermando Zoina.
“Tra le grandi qualità c’era quella di coniugare – incalza Antonio Gengaro – l’utopia con il sano pragmatismo. Aveva una visione ben definita della città del futuro che puntava sul verde e sui servizi. Ma era anche attento a risolvere i problemi immediati dei ceti meno abbienti, era vicino alla parte povera cella città. Penso al risanamento dei debiti post sisma, alla nuova visione urbanistica affidata allo studio Gregotti Cagnardi, dando un indirizzo ma lasciando al tempo stesso i progettisti liberi di immaginare la città del futuro. Rifiutò il seggio parlamentare, malgrado fosse malato e quella scelta gli avrebbe forse allungato la vita per continuare a fare il sindaco con grande dignità. Rappresentava non solo l’Irpinia, era stato eletto alla guida della Lega delle autonomie dei comuni. Quando prendeva la parole nelle assemblee dell’Anci tutti rimanevano incantati. Non era solo un rappresentante della classe politica del Sud, perseguiva l’ideale di Dorso, rivendicava rispetto per la città. Ha interpretato il suo ruolo secondo il dettame della Costituzione con disciplina e onore. Poteva fare il sindaco con il sostegno del centrodestra quando alcuni uomini come De Mita fecero partire l’operazione canaglia. Nonostante tutti volevessero appoggiarlo, Tonino non poteva accettare perchè era stato eletto con una maggioranza diversa. E’ già nella storia della città. Il 24 gennaio ricorderemo la sua lezione di giornalista e politico con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e Isaia sales”. Gengaro pone l’accento sulla sua scelta di puntare su “una classe dirigente di professionisti e giovani militanti del Partit Popolare, annunciò dal palco la sua squadra di assessori, erano tutti tecnici ma lui seppe scegliere il meglio, da Fraternali all’urbanistica a Nuccio Di Pietro ai lavori pubblici fino Guido D’Alessio all’ambiente e Generoso Picone come vicesindaco. Non andò certo a pescare stranieri per fare gli assessori come hanno fatto gli altri”
Pierino Mitrione, alla guida di Inloco motivi, spiega come “E’ stato il sindaco della città e della sua rinascita. Ricordarlo in un momento così difficile per il capoluogo rende più onore al suo impegno. Non dimenticherà mai la sera della campagna elettorale del 1995 a via De Conciliis, caratterizzata da una grande partecipazione popolare”. E ribadisce “E’ evidente quanto manchi l’etica nella nostra città”. Ricorda come più volte, in occasione delel celebrazioni del centenario dell’Avellino Rocchetta aveva ribadito come avessimo bisogno della ferrovia. Questa sua idea che ha sempre portato avanti me lo rende ancora più caro”
Il professore Nunzio Cignarella sottolinea come “Mi piace oggi ricordare soprattutto l’amico con cui frequentavo gli scout, andavo in campeggio o giocavo a pallone. Poi è venuto il sindaco, l’impegno politico. La sua lezione resta ed è quella di un grande rigore morale in un tempo in cui la moralità appare un optional per gli amministratori. Anche quando andava in trasferta per compiti istituzionali, era sempre lui a pagare, non sottraeva nulla dal bilancio comunale per le sue esigenze di amministratore, che si trattasse di alberghi o ristoranti”
Franco Russo parla di un uomo che ha insegnato a fare politica “Oggi pochi ci credono veramente, il livello politico si è abbassato. Eppure anche Tonino ha avuto poco della politica, non ha ottenuto i riconoscimenti che avrebbe meritato. Oggi tutti lo osannano, molti di coloro che hanno fatto in modo che finisse la sua carriera politica. Era un maestro di vita, quando lo incontravi nelle sue passeggiate o lo si ascoltava in televisione o a un convegno. Oggi i sindaci, invece, sfidano la magistratura. E’ inaccettabile. Speriamo che un giorno qualcuno possa un giorno raccogliere la sua eredità. Certo, l’impressione è anche anche partiti come il Pd non diano spazio ai giovani che meritano, non offrano la possibilità di crescere”
Bruno Iovino, allora segretario dell’Avellino calcio ricorda come “Era un grande tifoso dell’Avellino, ogni ci chiedeva di mettergli da parte l’abbonamento, voleva sempre lo stesso posto in tribuna Montevergine ma ci teneva a pagarlo con i suoi soldi. Era il segno di come un sindaco non dovesse avere privilegi ma dare l’esempio”