Operai, sindaci, amministratori, imprenditori e vescovi. Nelle mani del Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, questa mattina in città, arriva la “vertenza Irpinia” nella sua interezza (LEGGI QUI). Dopo l’appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i vescovi delle aree interne rilanciano il grido d’allarme. A partite da Monsignore Arturo Aiello: «il Covid ha aumentato in maniera esponenziale alcuni problemi dei nostri territori, ma abbiamo fiducia che coordinandoci con le varie istituzioni, si possa arrivare ad un terreno più tranquillo di quello su cui camminiamo adesso. Il dialogo è forte, nessuna istituzione può andare avanti da sola. C’è bisogno di fare rete e quindi, ciascuno con le sue peculiarità, deve dare un contributo. Bisogna attrezzarsi per dare risposte alla povertà e a quello che potrebbe accadere in autunno». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Vescovo di Benevento Felice Accrocca: «non possiamo aspettare che arrivino a risolverci i problemi. Dobbiamo mettere in campo noi iniziative progettuali, superando particolarismi. I nostri territori devono essere artefici del loro destino, avanzando proposte concrete».
All’attenzione del Ministro, anche alcune vertenze di lavoro del territorio. Dopo l’incontro pubblico e prima della riunione a porte chiuse del Tavolo di programmazione Aree Interne a cui hanno preso parte il Coordinatore nazionale per le aree interne Francesco Monaco, i riferimenti delle aree Snai (Strategia nazionale aree interne) della programmazione 2014-2020, quindi Alta Irpinia, Cilento interno, Vallo di Diano e Tammaro-Titerno, e i riferimenti dei territori che si sono candidati ad entrare nella Snai nell’ambito della programmazione 2021-2027, Comunità Montana della Valle Ufita, Fortore beneventano, Matese e Comunità Montana Alto Sele-Tanagro, Provenzano ha incontrato una delegazione di operai della Fib Sud di Nusco e di operai forestali a tempo determinato della Comunità Montana Alta Irpinia e della Partenio Vallo Lauro. «Siamo precari da oltre dieci anni, De Luca nel 2015 promise la stabilizzazione e lo fece qui ad Avellino eppure siamo ancora operai a tempo determinato. Vorremmo capire perché, chiediamo ai consiglieri regionali uscenti perché non danno risposte. Vogliamo sapere senza se e senza ma come mai la Regione si è dimenticata di noi. Esigiamo rispetto, siamo operai e De Luca ha sempre detto di essere un politico del fare, quindi attendiamo risposte» spiegano i due referenti delle comunità montane.
A chiedere concretezza però c’è anche il mondo dell’imprenditoria. «L’arrivo del Ministro Provenzano e gli impegni che prende con il territorio, rappresentano un fatto certamente positivo. Attendiamo però che gli annunci si trasformino in realtà e che effettivamente avvenga la semplificazione di cui ha tanto bisogno il Paese- è il commento di Giuseppe Bruno, presidente di Confindustria- le aree interne hanno bisogno di sburocratizzazione ma anche di formazione per quanto riguarda le nuove professioni, ma anche del riconoscimento di Zone Franche Urbane come Ariano Irpino, che è stata fortemente provata dall’emergenza sanitaria. Le necessità di questi territori sono tante. La prima è certamente il passaggio dalle parole ai fatti». Seduti in prima fila ad ascoltare il Ministro, anche il Prefetto Paola Spena, il sindaco di Avellino Gianluca Festa, e tantissimi amministratori provinciali, tra loro i sindaci di Teora e Calitri, Stefano Farina e Michele di Maio, il sindaco di Mercogliano Vittorio D’Alessio, i primi cittadini di Zungoli, Villamaina, Aiello, Frigento, i referenti regionali di Cgil e Cisl, Nicola Ricci e Giuseppe Esposito. «Le aree interne vivono un abbandono che si è acuito durante l’emergenza Covid, ma questo territorio ha dimostrato di saper fare sinergia-ha detto Ricci- ma diventa difficile se, come accaduto molte volte, anche in occasione dei mesi di emergenza sanitaria, assistiamo ad una sovrapposizione istituzionale tra Stato e Regioni che ha portato all’isolamento di sindaci e territori. Trasporto pubblico, sanità, scuola, digital divide devono essere i temi che dovranno caratterizzare la strategia di rilancio delle aree interne della Campania di cui il Governo dovrà farsi regista. È il tempo di fare sistema tra Governo, Regione, Comuni, associazioni del territorio ed organizzazioni sindacali. È una sfida che dobbiamo cogliere e vincere tutti insieme». Soddisfatto del confronto, che è solo un punto di inizio, Francesco Todisco. «Abbiamo costruito un modello, quello del Tavolo di programmazione in Regione, che lascia una traccia: fatta di coordinamento fra istituzioni, comunità e livelli tecnici di programmazione. Abbiamo provato a dare un contributo per la costruzione di un pensiero complessivo e di una politica strutturale per le Aree interne. Una politica fatta di generosità per cui i pezzi di territorio inclusi nella strategia nazionale possano cooperare con i pezzi esclusi che sono egualmente territori interni. Abbiamo fatto un lavoro di sollecitazione e da alcuni territori sono giunte richieste (rafforzate da studi) per essere inclusi nella strategia: Comunità Montana della Valle Ufita, Fortore, Comunità Montana dell’Alto Sele-Tanagro, il Matese. Continueremo a lavorare perché la strategia possa, senza dimenticare il grande tema dei servizi alle persone, mettere al centro le infrastrutture digitali, l’occupazione, l’ambiente, il turismo dei piccoli borghi. Una visione che guardi alle Aree interne non come riserve da preservare ma come opportunità per il Paese in questo tempo straordinariamente nuovo. Cogliendo l’intuizione del Ministro tesa a utilizzare alcune risorse del recovery fund per replicare nel Mezzogiorno l’esperienza della Apple a San Giovanni a Teduccio, abbiamo lanciato una proposta che riguarda il Polo Giovani di Avellino: farne il grande Centro di Competenze delle Aree interne come grande polo di alta formazione e di trasmissione di saperi fra Università e imprese legata alle esigenze produttive del territorio».