di Anna Magli
Stare bene con il proprio corpo senza il timore di affrontare un disagio “nascosto”, che provoca una profonda sofferenza psicologica e fisica, come la dismorfia dei genitali femminili. Oggi è possibile grazie a un’operazione, la labioplastica.
La labioplastica è una chirurgia di rimodellamento dei genitali femminili esterni che permette di restituire alle piccole o grandi labbra le dimensioni e un aspetto naturali.
Le dimensioni anomale delle grandi labbra vaginali, infatti, sono spesso motivo di compromissioni funzionali, di disagi nei rapporti intimi o anche estetici, nella forma di rigonfiamento oggettivo evidente attraverso la biancheria intima o il costume da bagno attillato. Un disagio altrettanto profondo lo ritroviamo nelle donne che presentano deformazione delle piccole labbra vulvari laddove siano rilassate, con pelle in eccesso e che deborda ampiamente oltre le grandi labbra vaginali.
Il Prof. Paolo Morselli risponde, in questa intervista, agli interrogativi più comuni, ai dubbi e alle perplessità che molte donne si pongono in merito a un’operazione che può spaventare ma che si può svolgere in anestesia locale, ambulatorialmente.
Quali sono i sintomi di disagio fisico provocati dalle malformazioni genitali che rendono consigliabile un consulto chirurgico?
La risposta è nella domanda: il disagio funzionale ed estetico che una malformazione delle piccole e grandi labbra può provocare nella vita quotidiana e affettiva. La modificazione del normale aspetto della vulva determinato, per esempio, da un’ipertrofia delle piccole labbra, oltre che un problema estetico è anche funzionale. Le piccole labbra che sporgono dalle grandi labbra, portano a un impedimento sterico durante i rapporti sessuali e l’attività fisica, a irritazioni da sfregamento che possono degenerare in tagli o, in casi molto seri, in lacerazioni. Possono rendere impegnativa anche l’igiene intima. Ricorrere alla labioplastica nella maggioranza dei casi risolve il problema. Un’operazione chirurgica ha anche lo scopo di armonizzare l’aspetto della vulva.
Quali le dismorfie dei genitali femminili più frequenti?
Tra le alterazioni vulvari, l’ipertrofia delle piccole labbra è l’aspetto più comune, frequentemente determinata da un’anomalia congenita, già riscontrabile alla pubertà, oltre che da sbalzi ormonali, irritazioni croniche, parto. Meno frequenti sono le modifiche delle grandi labbra dovute molto spesso all’invecchiamento. Possono apparire avvizzite, poco sviluppate e non coprire in modo adeguato le piccole labbra determinando una maggior incidenza di infezioni genitali e urinarie.
Aspetto funzionale ed estetico sono problematiche importanti ma allo stesso tempo si deve prendere in considerazione il disagio psicologico che l’alterazione vulvare può determinare. Sentirsi non adeguate ad indossare abiti attillati, biancheria intima, costumi da bagno o limitate nei rapporti intimi con il partner sono sintomi di sofferenza psicologica da non sottovalutare. La labioplastica può risultare un intervento risolutivo.
Come si svolge esattamente l’intervento di labioplastica e quali sono i tempi di recupero?
La labioplastica è un intervento chirurgico che, secondo la problematica, può essere riduttivo o di aumento. Come accennato prima, sono spesso le grandi labbra a ridursi nel tempo a causa dell’invecchiamento. Si possono armonizzarne le dimensioni con un intervento di lipofilling, cioè iniezione di tessuto adiposo autologo. L’intervento – labioplastica di aumento – si esegue in anestesia locale, il tessuto adiposo viene iniettato nell’area da riempire dopo essere stato prelevato da un’area donatrice e purificato. Il post operatorio è di 3/5 giorni.
L’ipertrofia delle piccole labbra viene risolta con l’intervento di labioplastica riduttiva. Prima di qualsiasi intervento di labioplastica è necessaria una valutazione attenta della salute della paziente attraverso un esame clinico e, se serve, strumentale. Il chirurgo deve assicurarsi che non ci siano terapie farmacologiche in atto o gravidanza. L’intervento viene eseguito con infiltrazione di anestetico locale. Si esegue un disegno per delimitare la quantità di tessuto da escidere e che farà da linea guida durante l’incisine cutanea-mucosa. Rimossa la cute in eccesso, i lembi vengono poi suturati senza procurare tensione dei tessuti, ricostituendo così il normale aspetto delle piccole labbra. L’intervento produce inevitabilmente cicatrici che risulteranno appena percettibili.
La durata dell’intervento si aggira intorno ai 60/90 minuti. Si può considerarlo un intervento risolutivo in quanto la recidiva è rarissima. Nel post intervento è bene utilizzare detergenti intimi, in alcuni casi è consigliata l’applicazione di creme antibiotiche. Può ritenersi necessaria l’astensione dall’attività lavorativa, sono da evitare per circa 20/30 giorni attività sessuale e sportiva.
Quali le possibili complicanze?
Complicazioni di carattere generale sono possibili in ogni intervento chirurgico, come un modesto sanguinamento. L’infezione è trattata generalmente con antibiotici e medicazioni locali. Possono verificarsi ecchimosi o ematomi facilitati da aumenti della pressione arteriosa, causati da sforzi fisici intensi. La riapertura spontanea della ferita (deiscenza) è più frequente in pazienti diabetici e fumatori.
Valutando anche l’aspetto psicologico che l’operazione comporta, sono due le tipologie di donne che richiedono l’intervento: quelle con condizioni congenite che perseguono una riassegnazione sessuale e quelle che non hanno nessuna ipotetica “patologia” ma che semplicemente si sentono a disagio con una vagina dalle forme esteriori “non normali”. Ci può illustrare la strada che porta al soddisfacimento dei bisogni della paziente?
La malformazione delle piccole e grandi labbra viene vissuta come un disagio limitante per donne di tutte le età che, come detto in precedenza, può portare a un impedimento meccanico durante le attività quotidiane, a una limitazione nel vestirsi fino a un disagio psicofisico che porta anche al rifiuto di una relazione intima. La decisione di eseguire una labioplastica e ripristinare la normale armonia morfologica di una parte del corpo così importante, soprattutto nella sfera sentimentale, porta alla liberazione dal disagio psicofisico. La correzione rafforza l’autostima e aiuta a superare la sensazione di vergogna che spesso accompagna questa malformazione. Si supera lo stato di incomprensione che può instaurarsi con il partner.
Quanto sono ancora forti gli stereotipi relativi all’aspetto dell’apparato genitale esterno?
Questo tipo di luoghi comuni è ancora molto presente nel nostro tessuto sociale. Sembra tutto facilitato dall’esasperata manifestazione della bellezza come perfezione assoluta. Quando si trattano argomenti inerenti l’aspetto dell’apparato genitale esterno femminile si fanno raffronti con immagini dalle perfette proporzioni. Un esempio di questo raffronto è con il fiore dell’orchidea. La realtà è ben diversa. Nulla è perfetto e se si può riuscire a superare in modo indolore piccole imperfezioni, diventa difficilissimo sostenere un raffronto quando l’imperfezione stessa ha carattere notevole. La sensazione che parecchie pazienti hanno quando soffrono di questa malformazione è di essere sempre paragonate e giudicate. L’assetto psicofisico viene così influenzato da fattori non solo individuali, ma anche sociali e culturali, dove l’ignoranza intesa come mancanza di conoscenza rischia di operare per tutto il corso della vita.
Possiamo concludere affermando che la labioplastica è un tipico esempio di “chirurgia plastica eumorfica“?
Sì. Sono sempre stato d’accordo con quanto affermava Maxwell Maltz, fondatore della Psicocibernetica, che cambiare l’immagine che si ha di se stessi cambia anche la personalità e il comportamento. Malformazioni come quelle che portano ad un intervento di labioplastica, sia riduttiva che di aumento, riducono l’autostima delle donne rendendole più fragili nei confronti della visione omologata della bellezza.
L’intervento di labioplastica soddisfa entrambe le branche che compongono la chirurgia plastica: la ricostruzione e l’estetica. L’intervento diventa bivalente e attraverso la riduzione dell’ipertrofia e il ripristino dell’armonia morfologica si consegue un risultato finale soddisfacente per il paziente. Come ho sottolineato in diversi articoli, l’immagine del corpo è sostenuta dalla psiche: far sentire la persona “meglio nella propria pelle”, con l’inevitabile ripercussione positiva sulla psiche, è un aspetto proprio di quella che definisco chirurgia plastica eumorfica.
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