L’Avellino batte la Turris, archivia il deludente pareggio con il Picerno e mette in cassaforte il nono risultato utile di fila. Sul sintetico di Torre del Greco è andata in scena la miglior versione stagionale dei biancoverdi, con mister Braglia che ha stravinto il confronto tattico con il collega Caneo. Pressing alto, ritmo, intensità, ferocia agonistica, gesti tecnici bellissimi. Il primo tempo di ieri dei lupi (praticamente perfetto) ha condensato tutto ciò, con D’Angelo e compagni che hanno inaridito le fonti di gioco dei corallini impedendogli di poter sviluppare la loro solita manovra. L’unica pecca (gol di Tascone) è stata subito sanata da due gol da applausi, esaltati ancor di più perché arrivati a corredo di manovre fluide e collettive. Nella ripresa, come naturale che fosse dopo quarantacinque minuti giocati a tutta su un campo condizionato dalla pioggia, l’Avellino ha abbassato ritmo e baricentro, rischiando comunque pochissimo (da brividi solo l’incursione di Finardi ispirata dall’unica perla di Giannone) e gestendo con grande attenzione e lucidità la sfida.
Attenzione e lucidità, elementi che purtroppo spesso sono mancati a questa squadra nel corso di questo primo scorcio di torneo e che non dovranno assolutamente mancare nell’incrocio di lunedì prossimo contro la capolista Bari. I pugliesi arriveranno al Partenio-Lombardi con un primato fortificato dopo i risultati di ieri, in salute (tre successi consecutivi) e con un tridente offensivo ispirato. L’Avellino di ieri però non deve temere nessuno e non può fare sconti. Davanti al suo pubblico, bellissimo l’abbraccio finale di ieri tra i tifosi e la squadra, la vittoria è d’obbligo. Per riaprire il campionato e dare finalmente continuità ad un percorso caratterizzato fin qui da troppi alti e bassi.