Le Giornate Europee del Patrimonio al Carcere Borbonico – IL CIRIACO

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Il 26 e 27 settembre, con inizio alle ore 16, il Carcere Borbonico di Avellino ospiterà le Giornate Europee del Patrimonio organizzate dalla Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, diretta da Francesca Casule.

Il 26, alle 16, ci sarà la riapertura al pubblico del Giardino degli Odori che impreziosisce il cortile della Soprintentenza con il suo assortimento di erbe officinali e alle 18.30, nella Sala Ripa, il vernissage della mostra “Viaggio tra Moda ricami e merletti” tra fine ‘800 e inizio ‘900 dalla collezione di Anna Marra.
Alle 21, chiude la giornata il Reading curato dal Teatro degli Eventi, con l’attore-regista Maurizio Merolla e le attrici Monica Piantedosi ed Elisa Carbone.

Domenica la Soprintendenza osserverà l’apertura dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21. Alle 19 ci sarà l’ntervento musicale del sassofonista Gianluca Marano. La mostra sarà visitabile ancora fino al 26 novembre (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 18.30, chiuso sabato e domenica).

“La mostra di abiti ed accessori fin de siecle, organizzata nell’ambito delle attività del Settore Demoetnoantropologico e Beni Immateriali della SABAP di Salerno e Avellino – si legge nella nota inviata dalla Soprintendenza – e curata dai funzionari Rosa Maria Vitola e Paola Apuzza e dalla collezionista del Costume Anna Marra, in collaborazione con la Provincia di Avellino e con il patrocinio del Comune di Avellino, presenta una ricca esposizione di abiti nobiliari da gran galà e da passeggio, ricami e pizzi di gran pregio, tessuti in seta della Real seteria borbonica di San Leucio, accessori femminili e biancheria  risalenti alla fine dell’ 800 e inizio ‘900. La collezione che arricchirà la Sala Ripa del complesso monumentale avellinese e che appartiene  alla dott.ssa Anna Marra, storica del costume,  è stata precedentemente esposta nelle sale di siti considerevoli: Palazzo Cà Zamardi di Venezia, Reggia di Caserta, Archivio di Stato di Salerno,  Biblioteca Universitaria di Napoli, Maschio Angioino di Napoli, Palazzo della Real Caccia di Persano, Reggia di Portici. L’allestimento sarà inoltre incrementato con alcune opere pittoriche di Achille Martelli, artista di origine calabrese trasferitosi ad Avellino, legate al tema della moda e del lavoro sartoriale nell’Avellino di fine ‘800 inizio ‘900 e appartenenti alla collezione  della Pinacoteca Provinciale di Avellino”.

Sarà affascinante tuffarsi nell’eleganza d’antan e scoprire come nella seconda metà dell’Ottocento l’ascesa della borghesia, l’agiatezza economica e la voglia di affermazione sociale modificassero radicalmente gli usi e  costumi della società del tempo, favorendo tra l’altro il diffondersi della cura di sé e dell’eleganza, fino ad allora appannaggio della nobiltà.  A fine ottocento la moda fu affidata al lavoro delle singole sartorie per far fronte ad una sempre crescente richiesta di abiti per tutte le occasioni: abiti da giorno e per le serate eleganti ma anche soprabiti, cappelli, accessori vari e biancheria intima. Il diffondersi delle riviste di moda favorì indubbiamente la diffusione  della moda e delle sartorie  anche in periferia. 

“Ad Avellino si registrava una fiorente attività sartoriale – recita ancora la nota – come dimostrano gli inserti pubblicitari presenti nei più diffusi giornali a tiratura locale dell’epoca, con sarte e modiste che si formavano in famosi ateliers napoletani, romani e parigini,  dove imparavano l’arte del taglio perfetto, della confezione e delle rifiniture, e che si aggiornavano sugli ultimi dettami della moda, importata da Parigi, tramite riviste femminili quali Le courrier des dames, Il Tesoro delle famiglie, Le moniteur des Dames et des Demoiselles, Femina. Il Martelli con il dipinto La cucitrice, la sarta “in bianco” specializzata nella biancheria intima e nel ricamo, ci mostra un altro aspetto dell’attività sartoriale.  Le cucitrici ad Avellino e provincia, nei laboratori di monasteri femminili e gli orfanotrofi, si specializzavano soprattutto nella preparazione del corredo, che era parte integrante della dote delle giovani da marito e simbolo della posizione sociale, con largo uso di merletti provenienti dalla Scuola istituita presso l’Orfanotrofio provinciale,  presente con i suoi prodotti di “Merletti in filo e seta” all’Esposizione Universale di Parigi del 1878″.

 



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