L’Irpinia di fede azzurra non retrocede di un centimetro

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Calcio Napoli – L’Irpinia azzurra non retrocede di un centimetro. La fede calcistica resta forte e invariata. Sicuramente dopo le due battute d’arresto, ad opera del Milan, qualche cedimento c’è stato. Ma pur restando fedeli alla scaramanzia si resta fiduciosi. Anche perché le due sconfitte  con i diavoli, intaccano, per ora, poco si percorsi per raggiungere alti obiettivi.

La sconfitta in campionato è stata  quasi indolore, visto l’oceano di punti di differenza che si registra sulla seconda in classifica. A voler essere estremamente cauti, i punti di distanza sono 15, a nove giornate dalla fine sulla “innominabile” di Torino come la considerano i tifosi azzurri più esagitati.

Ammesso, anzi è quasi sicuro, che ritornino i 15 punti di penalizzazione alla compagine che indossa maglietta senza colori vivi. La battuta d’arresto in Champions, ha invece un sapore diverso. Insomma si deve recuperare una rete, al ritorno al Maradona. Ma resta difficile anche perché al Napoli mancano  elementi che, fin qui, si sono dimostrati fondamentali: il centravanti mascherato (Osimhen), la diga nera a centrocampo (Anguissa) e la muraglia sud coreana Kim.

Ma i tifosi irpini restano fiduciosi e si spera che ancora una volta la “mano de Dios” intervenga sulla gara. E restano intatte le strategie per dare giusto onore al primo e unico obiettivo di sempre, il trionfo in Italia. In Irpinia esistono enclave azzurre, davvero consistenti. In territorio ufitano ci sono già idee su come dare il giusto rilievo a quel momento atteso da oltre trent’anni.

E si continua pervicacemente a non nominare la parola che nessun tifoso del Napoli, osa dire mai. Ma si pensa da Ariano a Grottaminarda, da Mirabella a Frigento, inserendo anche i Comuni vicini Gesualdo Sturno, Villamaina. Taurasi, Bonito, Venticano, Fontanarosa.

E ancora  da Flumeri all’intera Baronia. In alta Irpinia la fede azzurra sarà celebrata con molta attenzione a Lioni, ma anche a Caposele, a Teora, senza dimenticare altre realtà come Sant’Angelo dei Lombardi, Torella, Paternopoli, Nusco e Montella. Ma in ogni Comune ci sono gruppi di tifosi, giovani e meno giovani pronti a festeggiare l’evento. Serate all’insegna di piatti come pasta e fagioli, pizza con il tricolore, derivante dagli ingredienti classici.

E per chiudere la Pastiera napoletana. «Ancora non si è vinto nulla», lo dicono in coro amici tifosi storici del Napoli che vivono a Frigento: Peppo, Roberto, Domenico, Ciriaco, Liberato, Ciriaco, Franco, Gianfranco, Gino. E a loro si aggiungono i gesualdini che pure stanno pensando di fare una festa autonoma, ma non disdegneranno una visita nella vicina Frigento. Nell’area è questo il Comune con una tifoseria organizzata. E si raccolgono dai Comuni vicini la sera in cui si trasmettono le partite del Napoli, all’entrata del paese, presso il bar Memories, il cui proprietario è un altro malato di Napolite acuta, Franco.

E alla festa arriveranno anche da Villamaina e Sturno. Ma stesse scene si potranno assistere a Lioni, per tutti si ricorda la fede azzurra del sindaco Yuri Gioino, il quale sarà sicuramente  pronto ad onorare l’evento quando e se ci sarà. Ma con sciarpa e bandiera ci sarà anche Pasquale a Lioni per gridare «Forza Napoli».

E tutto a dispetto di chi vorrebbe impedire la libera circolazione di idee e fede, l’Irpinia partenopea si unirà al forte grido del Maradona, di Piazza Plebiscito e ogni altro angolo in cui l’azzurro colorerà le strade di Napoli e della Campania.

Rodolfo Picariello


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