“Ci lascia Roberto Herlitzka, uno degli ultimi animali da palcoscenico, nonché ottimo interprete cinematografico”. A salutare il bravo attore italiano, scomparso nella giornata di oggi, a Torino, all’età di 86 anni, è anche l’Irpinia, a partire dal critico cinematografico Ciro Borrelli. Ma sono tanti gli appassionati di cinema che gli rendono omaggio come Franco Festa che ricorda la sua bellissima voce. Indimenticabile la sua partecipazione alla rassegna Lustri di Solofra nel 2016 nel suo omaggio a Shakespeare, con Ex Amleto per i 400 anni dalla morte in un prezioso dialogo con Ruggero Cappuccio. Così Enzo Marangelo, direttore artistico di Lustri aveva definito in quell’occasione Herlitzka “voce e corpo, grandiosa metafora di infinite anime. “Un dialogo tra vivi su cose che ci appartengono”, è stato detto. E Amleto, con il suo spettro, erano lì, in quelle metafore in carne e ossa regalateci da un Herlitzka straordinario”. Uno spettacolo nel segno del teatro di ricerca, mettendo insieme tradizione e avanguardia. Un gioco teatrale, una decostruzione del testo shakespeariano, un’opera cerebrale,
Una lunghissima carriera teatrale, una sessantina di film, al fianco di grandi maestri come Bellocchio, Magni, la Wertmüller, Sorrentino e in teatro con Orazio Costa. Ha vinto un Nastro d’argento, un David di Donatello per la interpretazione di Aldo Moro nel famoso Buongiorno, notte di Bellocchio con cui ha collaborato in molti film, oltre a premi Ubu, al premio Gassmann per il teatro.
Si era diplomato all’Accademia Silvio D’Amico e con Costa dà voce a spettacoli ispirati alla Divina Commedia nel ‘66, poi recita nel 60 in Francesca da Rimini di D’Annunzio, nel Don Giovanni di Molière. Col giovane regista Ronconi appare nel Candelaio di Giordano Bruno, 69, Le mutande di Sternheim 1968, e poi continua la carriera con bravi professionisti come Calenda (Sogno di una notte di mezza estate, Senilità), Pagliaro (memorabile Misantropo recitato come monologo), Squarzina (Il ventaglio e Misura per misura), Lavia (Otello e Zio Vania