L’istituto di ricerca Biogem in prima linea nella lotta ai patogeni del pomodoro – Corriere dell’Irpinia

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C’è anche l’istituto irpino nel progetto di difesa del pomodoro campano (DIPOCA), portato avanti da un Consorzio di Ricerca diretto dal professore Pasquale Ferranti (Dipartimento di Agraria Università Federico II di Napoli), e legato allo sviluppo di metodologie diagnostiche per l’analisi di tossine rilasciate da funghi del genere Alternaria. Il progetto, finanziato dalla Regione Campania, vede all’opera il gruppo del dottore Giuseppe Raucci, responsabile del Laboratorio di Bioanalitica nel Centro di Saggio di Biogem, impegnato in studi che misurano l’impatto negativo di questi patogeni del pomodoro sui livelli quantitativi della produzione e, soprattutto, sulla sicurezza alimentare in tutta la filiera produttiva. “Di conseguenza – precisa lo stesso Raucci – la disponibilità di una tecnologia che supporti il monitoraggio di tali tossine in maniera rapida e accurata costituisce un elemento importante ai fini della certificazione della qualità e della tutela, sul piano commerciale, di questo importante comparto agroalimentare della Campania”.

Il consorzio regionale comprende sia l’organo di rappresentanza dei produttori associato a Confindustria (ANICAV) sia alcune tra le più importanti aziende del ramo in Campania. Un coinvolgimento comprensibile, visto il giro di affari del settore in Italia, stimato in oltre cinque miliardi di euro (60% generato all’estero), con opportunità di lavoro per circa 25mila persone su base stagionale e intorno alle 10mila annuali (fonti ANICAV e Sole 24 ore). Numeri che consentono all’industria nazionale del pomodoro di salire sul podio mondiale, dietro a Stati Uniti e Cina, pur in un contesto di rapido aumento della concorrenza a tutti i livelli.

“La prima fase del progetto DIPOCA – rivela infine Raucci – ha già permesso di verificare la capacità di Biogem di rispondere ai requisiti tecnologici richiesti, mentre le prossime tappe condurranno alla codifica di una metodologia analitica standardizzata e all’atteso inizio della sperimentazione sul campo, inteso sia come area di coltivazione sia come impianto industriale di processamento”.



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