«Lo sport mi rende speciale»

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Pazzesca lo è: cantautrice, scrittrice, conduttrice e autrice televisiva, atleta paralimpica plurimedagliata, modella e attrice, non c’è ambito dello spettacolo e dello sport in cui Annalisa Minetti non abbia detto la sua. Diversamente anche, e non tanto perché non vedente dall’adolescenza ma perché nella vita ha mostrato un’energia, un coraggio, uno spirito d’iniziativa più unici che rari. Il suo motto “voglio e ce la faccio” è racchiuso nel suo ultimo singolo Diversamente pazzesca, un brano che affronta il tema dell’handicap e promuove un forte messaggio di inclusione. Per permettere alle persone con caratteristiche “particolari” di stare in ambienti accessibili a tutti e di essere valorizzate per quello che sono.

Annalisa, nel tuo nuovo singolo metti al centro lo sport… come mai?

Ho cercato di utilizzare lo sport come fonte d’ispirazione per far sì che una persona, attraverso il movimento, possa percepirsi centrata su se stessa e sul benessere che può elargirle qualsiasi disciplina sportiva.

Lo sport per i diversamente abili che effetto inclusivo ha?

Non c’è differenza tra un individuo e l’altro, lo sport è una sorgente benefica per tutti. Anzi, può enfatizzare e trovare rinforzo nella diversità di ognuno di noi in quanto si può performare in base alle proprie caratteristiche ed esigenze. Così diventa efficiente ed efficace. Nel caso dei diversamente abili, lo sport può farci diventare specialmente abili.

Nella tua esperienza che significato ha assunto?

Di grandissimo valore. A livello tecnico, mi ha permesso di conquistare una migliore percezione dello spazio, del corpo, del movimento, fondamentale per chi come me non vede e si muove con tanta incertezza. Sul piano mentale, mi ha reso una donna più sicura, più autonoma, nuovamente autosufficiente e certa delle mie capacità. Sganciata, soprattutto, da quello che la gente voleva vedere in me. Voleva vedere una ragazza con delle invalidità, e invece negli anni ho ribaltato questo pregiudizio: attraverso gli allenamenti, le gare, i trofei ho trovato la forza, la potenza rispetto alle mie difficoltà, ai miei bisogni, alle mie speranze. Lo sport è stato capace di realizzarmi, mi ha permesso insomma di non preoccuparmi ma di occuparmi della mia persona.

L’attività sportiva per te è una sfida?

Ah, certo, una competizione e con l’avversaria peggiore, che sono io. Contro me stessa, contro la mia parte più debole, più pigra, quella che a volte non vuole affrontare le cose. Ma la stimolo e la esercito a migliorarsi per entrare in linea con il lato volenteroso e che si impegna tanto che è in me.

Quanto contano la passione e la motivazione?

La passione, credo, che sia alla base di qualsiasi successo poiché ti dà la possibilità di non percepire la fatica, o meglio di sentirla come l’unico strumento necessario per realizzare i tuoi obiettivi e sogni. Può fare, insomma, la differenza, può rendere speciale una persona e una realtà. Senza motivazione, però, non si va da nessuna parte: è la spinta, necessaria, che muove ciascuno di noi verso traguardi diversi. In ogni caso, sono due impulsi concatenati ma è la passione che sostiene la motivazione.

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Come ti alleni nella quotidianità?

In maniera abbastanza metodica, nel senso che ho bisogno di farlo praticamente tutti i giorni. Come se fosse la mia terapia. Quando corro, vado in bici o nuoto, trovo, infatti, la massima possibilità di incanalare le mie insicurezze, la mia rabbia, le mie paure, le esorcizzo metro dopo metro, chilometro dopo chilometro, vasca dopo vasca. In qualche modo, riabilito la mia persona e la preparo ad affrontare con il sorriso la giornata.

Quali sono le sensazioni che ti guidano?

Sono condotta tendenzialmente dalla volontà, penso che non ci sia limite fisico al mondo che possa frenare la nostra intenzione. Una volta che ho addestrato la mia determinazione emotivamente, mi spingo fisicamente oltre. Dobbiamo puntare a essere speciali, diversamente pazzeschi, per rendere straordinaria l’ordinarietà.

Sport a parte, come ti prendi cura di te?

La bellezza esteriore è riflesso di quella interiore, e quanta ricchezza interiore mi danno lo sport e la musica! Per il resto, la mia skincare è minimal, essenzialmente a base di oli naturali che spalmo sui capelli, la pelle del viso e del corpo. Per quello di mandorle, poi, ho una vera fissazione!

La tua forza si chiama…

Quella psicologica è l’amore per questo grande dono che si chiama vita, e che fa digerire il disagio, la problematicità e ti prospetta positivamente verso l’esistenza. Perché ti rende capace di giustificare anche i grandi dolori. È il mio credo, la mia fede, che muove ogni passo che faccio.

E l’importanza degli altri qual è?

Nella mia vita i familiari, gli amici, lo staff, i collaboratori sono persone fondamentali. Io, grazie alla cecità, ho imparato a condividere percorsi, azioni, scelte, tutta la mia quotidianità è compartecipazione e i miei obiettivi li raggiungo insieme a qualcun altro. E non posso che avere grande affetto, rispetto e considerazione per ognuno di loro!

Di obiettivi “pazzeschi” ne hai raggiunti tanti, cosa ti manca per dirti “adesso, ci sono”?

Credo che la vita debba sempre stimolarci attraverso traguardi futuri. Tutti dovrebbero averne sotto mano sempre qualcuno. Anche quando ti senti realizzata e pensi di aver fatto ormai tanto, dovresti chiederti qualcosa di più, altrimenti la vita si spegne, non è più dinamica e non ci motiva verso cose nuove.

Dove porta questo bisogno di guardare oltre?

Noi non siamo mai la stessa cosa, siamo pronti a evolverci e, perciò, dobbiamo essere sempre scattanti per trovare il corso di un cambiamento che è incessante. Senza questa spinta saremmo statici, ma menomale che ci sono i desideri e i sogni a tenerci su di giri.

Il tuo prossimo progetto è…

Riguarda la musica, mi piacerebbe tornare sul palco di Sanremo, un’indimenticabile emozione anche a distanza di tanti anni. Sì, certo, ci metto del mio per riuscirci ma non dipende solo da me, la tua musica deve incontrare il gusto di tante altre persone. Traguardo prossimo: fare incontrare le mie note e il cuore della gente!

Nata a Milano, Annalisa Minetti nel 1998 vince il Festival di Sanremo e partecipa a diverse trasmissioni televisive, tra cui Tale e Quale Show su RaiUno. Tanti i trionfi nello sport: medaglia di bronzo nei 1500 metri alle Paralimpiadi di Londra (2012) nella categoria “non vedenti”; oro ai campionati del mondo di atletica leggera paralimpica negli 800 metri e nuovo record mondiale (2013). Sposata, ha due figli.

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