Lo aveva anticipato con un post su facebook, lo ha confermato poco dopo con una diretta video: la Campania si prepara a un nuovo lockdown «come quello di marzo e aprile». Il Governatore Vincenzo De Luca, conferma la linea drastica ance perché «oggi in Campania abbiamo 2.280 positivi su 15.800 tamponi. Siamo al 14,5% rispetto al 12,8% di ieri». Di fronte a questi numeri in continuo aumento, secondo De Luca è giunta «l’ora delle responsabilità e delle decisioni difficili» che tradotto significa lockdown.
«Siamo chiamati a prendere decisioni forti, definitive ed efficaci, per far fronte a una situazione che è diventata pesante e che, ogni giorno che passa, rischia di aggravarsi in maniera insostenibile – spiega De Luca. Non c’è più un’ora di tempo da perdere». Oggi entra in vigore il coprifuoco varato nei giorni scorsi da De Luca, ma la misura rischia di rivelarsi già inefficace. «L’ordinanza è già superata dai dati del contagio con i quali dobbiamo fare i conti – spiega. Io credo che dobbiamo decidere oggi, non domani o fra una settimana, perché non abbiamo più davanti tempo da perdere. Dobbiamo decidere di chiudere tutto per 30-40 giorni».
Il messaggio è rivolto ai cittadini campani, ma anche al Governo a cui chiede un lockdown nazionale. In attesa delle decisioni di Roma, però «in Campania procederemo in direzione della chiusura di tutto – annuncia De Luca. Per l’Italia deciderà il Governo, per la Campania faremo quello che riteniamo giusto per noi. Dobbiamo chiudere tutto tranne le attività industriali, agricole, dell’edilizia, l’agroalimentare, le forniture agroalimentari, le cose che abbiamo già conosciuto a marzo e aprile». E a questo si aggiungeranno anche gli spostamenti dei cittadini: «Credo che dobbiamo bloccare la mobilità tra regioni e tra comuni». A portare De Luca a valutare misure drastiche sono quei numeri sui contagi e decessi che continuano ad aumentare in Campania: «Siamo a un passo dalla tragedia – ammette. Detto in maniera brutalmente chiara, non voglio trovarmi di fronte ai camion militari che portano centinaia di bare di persone decedute». Le immagini viste da tutto il modo durante il lockdown sono ancora ferme nella memoria di tutti. «Non siamo garantiti da nessuno che questo non avvenga, se non dalla nostra responsabilità, dalla correttezza dei nostri comportamenti e anche dalle decisioni che prendiamo da subito – spiega De Luca – altrimenti quelle immagini che abbiamo visto qualche mese fa sono destinate a riprodursi e ad entrare nella nostra vita in maniera drammatica».
L’unico modo rimasto per bloccare i contagi è «chiudere tutto per un mese, 40 giorni», spiega De Luca anche perché la situazione in Campania rischia di compromettersi anche per quanto riguarda i posti letto. «La programmazione ci consente ancora di reggere, ma con questi numeri non c’è nessun sistema ospedaliero al mondo in grado di reggere l’onda d’urto – denuncia De Luca. Oggi reggiamo grazie al sacrificio di migliaia di medici e personale sanitario, ma nel giro di pochi giorni avremo le terapie intensive intasate». Impossibile, in queste condizioni, pensare alla riapertura delle scuole e lo stesso De Luca anticipa la probabile proroga della chiusura: «Con questi dati le scuole non si aprono. Domani si deciderà dopo una valutazione con l’unità di crisi». Ma numeri alla mano è quasi certa a chiusura. «Tra prima e dopo l’apertura delle scuole, nella popolazione generale c’è stato un aumento di 3 volte del contagio. Nella fascia tra 0 e 18 anni l’aumento è stato di 9 volte – spiega De Luca. Siamo passati nella fascia 0-5 anni da 88 positivi prima del 24 settembre a 402 positivi a dopo l’apertura. Nella fascia tra 6 ai 10 anni prima 57 contagi, dopo l’apertura 476 contagi. Nella fascia 11-14 anni prima 49 contagi, dopo 479 contagi. Nella fascia 15-18, prima dell’apertura 82 contagi e dopo, 558 contagi. Quale genitore degno di questo nome manderebbe i figli a scuola con queste cifre?».
E se i numeri sui contagi sono preoccupanti, c’è il sospetto che non siano ancora completi, anzi secondo il Governatore ci potrebbero essere dei laboratori privati che non avrebbero comunicato tutti i positivi, al punto da chiedere l’intervento dei Nas. «I laboratori privati hanno l’obbligo di segnare all’Asl i casi positivi perchè devono essere messi in quarantena, ma c’è stato segnalato che alcuni laboratori, su richiesta di privati cittadini, non hanno comunicato il risultato – denuncia De Luca. Se ci sono laboratori che fanno questi giochi i titolari vanno in galera, questa è epidemia colposa, è un reato».