Avellino – Il “caso Maggio” rientra, ma forse non c’è mai stato. Di sicuro non è emerso durante la conferenza dei capigruppo. Era stato lo stesso Presidente del consiglio a convocare l’incontro per fare chiarezza su quello che ha definito «il chiacchiericcio avutosi a mezzo stampa sulla mia persona sull’eventuale sfiducia o meno», spiega Maggio a fine incontro.
Dalla riunione non è emersa alcuna volontà di mettere in discussione la sua presidenza, quanto meno da parte della maggioranza, mentre l’opposizione sarebbe pronta a sostenere una mozione di sfiducia, ma non la può presentare perché «purtroppo non abbiamo i numeri per farlo», spiega Dino Preziosi (La svolta). Come già annunciato la maggioranza si è schierata compatta al fianco di Maggio, ma il presidente ha voluto ricevere la conferma durante i lavori della capigruppo. «A mezzo stampa sono venuto a conoscenza che qualcosa si muoveva negativamente nella maggioranza – spiega – allora mi sono posto la questione perché, il mio intento, non è quello di tenere la poltrona o servire me stesso, ma servire la città. Ho spiegato loro che, se lo avessero ritenuto opportuno, avrebbero tranquillamente potuto sfiduciarmi. Oppure avrebbero potuto convincermi del fatto che io mi sarei dovuto dimettere. Tutto ciò non è accaduto. Per l’opposizione l’eventuale sfiducia sarebbe solo un atto dovuto e non qualcosa contro la mia persona, la maggioranza mi ha garantito che nessuno ha mai ipotizzato una cosa del genere». Caso rientrato dunque e forse mai esistito, anche se Maggio ammette: «Vado avanti per non fermare la consiliatura, ma se dovessi rendermi conto che esiste il fuoco amico allora sono pronto a lasciare il mio incarico». Al momento, quindi, non ci sarà nessuna mozione di sfiducia né Maggio è pronto a rassegnare le sue dimissioni da Presidente. «Non mi sembrerebbe opportuno perché ci dovrebbe essere una mia condizione di disagio che al momento non c’è, almeno in maniera totale, ma solo parzialmente. Rendiamola totale e me ne vado».
La riunione dei capigruppo, dunque, si è resa necessaria per fare chiarezza intorno alla figura del presidente del Consiglio, come spiega Gerardo Melillo, capogruppo di “Vera”: «Ci ha convocati perché si è sentito posto in discussione. Non so da dove abbia preso questa sua condizione, noi lo abbiamo invitato a continuare a fare il Presidente e portare avanti i lavori consiliari nel miglior modo possibile». Anche Gianluca Gaeta ha chiarito la posizione del suo gruppo “Ora Avellino”: «Il Presidente ha chiesto a maggioranza e opposizione la loro posizione, visto che, da alcuni articoli a mezzo stampa, sembrava che la sua presidenza fosse in discussione. La minoranza ha ribadito di non avere i numeri per presentare una mozione contro di lui, noi invece abbiamo ribadito la piena fiducia nei sui riguardi. Quindi si è reso conto che quello che ha letto non corrispondeva a verità». Per Diego Guerriero, capogruppo di “Viva la libertà”, si è trattato di un «”non caso Maggio”. Non è rientrato nulla perché non c’è mai stato alcun problema – sottolinea. Il Presidente ha fatto le sue comunicazioni, ma noi gli abbiamo garantito l’assoluta fiducia, invitandolo ad andare avanti».
Dall’altro lato dei banchi, sponda opposizione, viene sottolineato, invece, come il problema sia «tutto interno alla maggioranza – sottolinea Dino Preziosi. Il Presidente non può venire in capigruppo e dire di aver letto sui giornali altre cose. Chiaramente se loro dovessero presentare una mozione di sfiducia noi siamo pronti a sostenerla, ma allo stato attuale non c’è nulla né noi abbiamo i numeri per presentarla altrimenti lo avremmo già fatto». La vicenda che ha riguardato la posizione di Maggio, però, non è il vero problema attuale, perché «la cosa grave è che avremmo dovuto organizzare i lavori del Consiglio per quanto riguarda vari punti vecchi. Inizialmente Maggio era d’accordo, poi è sceso il sindaco, che fa anche il Presidente del Consiglio, e non se n’è fatto più nulla – spiega Preziosi. Il problema vero è che non vogliono far fare attività amministrativa né che l’opposizione possa esercitare il controllo istituzionale dato dalle leggi».
Secondo Luca Cipriano, quanto accaduto rappresenta «l’ennesima crisi di nervi all’interno della maggioranza. E’ un problema tutto interno a quei gruppi e mi sembra tutt’altro che risolto. Questa riunione è stata incentrata su grande ipocrisia da parte di chi aveva esigenza ad arrivare a una verifica. Come purtroppo prevedevamo abbiamo assistito alla solita sceneggiata». Mentre sulla candidatura alle regionali di Maggio tra le fila del centrodestra, spiega: «Non ci vedo nessuna incongruenza anzi rappresenta il loro modo di fare: una volta si candidano a destra poi a sinistra, votano con o contro il Pd, stanno dentro e fuori dal partito. Per loro la geografia politica non è un problema».