Malattie autoimmuni, miastenia grave: cos’è cause, sintomi, cure

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Immaginiamo di alzarci la mattina e di indossare le classiche cavigliere e polsiere da un chilo, quelle usate per tonificare gambe e braccia durante gli allenamenti in palestra. Durante la giornata, quel peso costante renderebbe difficile lo svolgimento dei gesti più semplici, come fare una passeggiata, sbrigare le faccende domestiche o lavarsi i capelli. È quello che accade ai pazienti con miastenia grave, una patologia ancora poco conosciuta.

«La stanchezza estrema è solamente uno dei sintomi avvertiti», tiene a precisare il professor Rocco Liguori, professore ordinario di Neurologia presso l’Università di Bologna e direttore dell’UOC Clinica Neurologica dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna. «Sentirsi spossati, infatti, è comune a numerose condizioni patologiche: neuromuscolari, neurologiche, infettive. Nel caso della miastenia grave, invece, si associano anche altri disturbi, che aiutano lo specialista a porre una diagnosi differenziale».

Cos’è la miastenia grave

La miastenia grave è una malattia neuromuscolare autoimmune che, in Italia, colpisce almeno 15mila persone, costrette a convivere con episodi di estrema debolezza e altri sintomi. «Spesso si sottovaluta l’impatto psicologico ed emotivo di questa patologia sulla vita quotidiana, perché molti pazienti sono costretti a modificare abitudini, a rinunciare a un hobby gradito, a cambiare lavoro oppure a cambiare mansione», riferisce l’esperto.

Tutto questo può tradursi in un impatto importante sulla qualità di vita, incidendo sulla sfera sociale, professionale e familiare, ma anche aprendo facilmente la strada ad ansia e depressione. «Peraltro, il carico della malattia è diverso anche in funzione della fase di vita in cui si trova il paziente: per esempio, un esordio della patologia in giovane età incide molto spesso sulle scelte di vita e professionali».

Quali sono le cause della miastenia grave

Per ragioni non ancora completamente note, nei pazienti con miastenia grave il sistema immunitario si attiva e attacca per errore delle strutture anatomiche molto importanti, come le giunzioni neuromuscolari. «In particolare, vengono prodotti degli anticorpi diretti contro il recettore dell’acetilcolina, un collegamento essenziale tra il cervello e i muscoli, perché consente la comunicazione tra fibre nervose e muscoli scheletrici, stimolando la contrazione muscolare», spiega il professor Liguori.

«In altri casi, gli anticorpi sferrano un attacco indiretto contro il recettore dell’acetilcolina, perché si rivolgono contro delle proteine di membrana che risultano fondamentali per la sua corretta funzionalità, in particolare la chinasi muscolo-specifica, nota come MuSK, e l’LRP4». Il risultato è sempre lo stesso: si danneggia la giunzione neuromuscolare che consente la trasmissione degli impulsi nervosi e, di conseguenza, la contrazione muscolare.

Chi colpisce la miastenia grave 

La miastenia grave può colpire persone di ogni età, spesso in perfetta salute (cioè in assenza di patologie concomitanti), ma talvolta può associarsi ad altre patologie autoimmuni, come le tiroiditi.

«Fino a qualche tempo fa, si pensava che questa malattia si manifestasse solo nelle giovani donne nel pieno della vita, tra i 20 e i 40 anni», riferisce il professor Liguori. «Nel corso del tempo, invece, si è assistito a un progressivo aumento dell’età di insorgenza, tanto che non sono infrequenti i casi fra la popolazione anziana, quando tra l’altro la gestione diventa più complessa a causa delle frequenti comorbilità, come diabete e osteoporosi».


Quali sono i sintomi della miastenia grave 

«Generalmente, la miastenia grave esordisce con un indebolimento della muscolatura degli occhi con palpebre cadenti e visione doppia», descrive il professor Liguori. «In alcuni pazienti si limita a questa localizzazione, ma circa nell’85 per cento dei casi progredisce entro tre anni verso la forma generalizzata, che può colpire i muscoli di tutto il corpo. Per esempio, si può iniziare a presentare una difficoltà nella mobilità degli arti superiori e inferiori, nel linguaggio, nella masticazione e nella deglutizione, oltre a una compromissione della funzione respiratoria».

Tipicamente, la debolezza varia durante il giorno: è più lieve al mattino e peggiora nel corso della giornata oppure a seguito dell’esercizio fisico. «Un’altra peculiarità della miastenia grave è la fluttuazione dei sintomi, per cui si alternano miglioramenti spontanei e peggioramenti acuti che possono culminare nella crisi miastenica, un aggravamento così improvviso da costituire un’emergenza medica che necessita di ospedalizzazione e trattamento medico immediato», avverte l’esperto.

Come si diagnostica la miastenia grave 

La diagnosi di miastenia grave arriva spesso in ritardo, talvolta a distanza di diversi anni dalla comparsa dei primi sintomi, a causa della complessità e dell’eterogeneità delle sue manifestazioni, che sono molto diverse da paziente a paziente e possono modificarsi anche nello stesso individuo.

«In genere, i sintomi iniziali vengono riferiti al medico di base, che a sua volta indirizza a un determinato specialista», riferisce l’esperto. «Per esempio, in caso di palpebre cadenti o di una visione doppia, si verrà indirizzati dall’oculista; in presenza di un disturbo respiratorio, sarà prescritta una visita pneumologica; se c’è un disturbo del linguaggio o della deglutizione, l’otorino sarà la prima scelta».

Dopo aver escluso le cause di loro pertinenza, questi specialisti indicheranno la necessità di ulteriori valutazioni a livello neurologico. Di fronte al sospetto di miastenia grave, il neurologo prescriverà innanzitutto degli esami del sangue per dosare gli anticorpi diretti contro il recettore dell’acetilcolina (anti-AChR), ma anche anti-MuSK e anti-LRP4.

«Un’altra indagine importante è l’elettromiografia con l’applicazione di tecniche atte a indentificare una disfunzione della giunzione neuromuscolare», racconta il professor Liguori. «Utili possono essere eventualmente una Tac o una risonanza magnetica del mediastino, lo spazio mediano della cavità toracica, compreso tra i due polmoni. Talvolta, infatti, si può rilevare un’ipertrofia del timo, una ghiandola collocata nel torace che in genere va scomparendo con l’età: eventuali alterazioni a carico di questa struttura possono associarsi alla miastenia grave con anticorpi anti-AChR».

Come si tratta la miastenia grave

La gestione della miastenia grave richiede un approccio multidisciplinare in centri ad elevata specializzazione ed esperti di malattie neuromuscolari. Nella maggior parte dei casi, la malattia può essere controllata con un’opportuna terapia farmacologica: oggi, grazie ai progressi della ricerca scientifica, il trattamento si sta spostando da una terapia immunosoppressiva generica (il classico cortisone o gli immunosoppressori) a una terapia di precisione.

«In sostanza, si cerca di colpire a vari livelli i meccanismi patogenetici che determinano la disfunzione della giunzione neuromuscolare con farmaci altamente innovativi, dai minori effetti collaterali», conclude l’esperto. È il caso di efgartigimod alfa, un frammento di anticorpo progettato per legarsi al recettore Fc neonatale (FcRn), che va a inibire l’azione dell’immunoglobuline IgG che sono alla base della miastenia grave.

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