Dopo un triennio difficile a causa della pandemia, gli italiani tornano a organizzare le loro cerimonie in grande stile e a investire sui banchetti nuziali. È quanto emerge dall’Osservatorio Matrimoni 2023 di ProntoPro, il marketplace di riferimento per i servizi professionali che mette in contatto domanda e offerta, che nei primi mesi del 2023 (tra gennaio e aprile) ha registrato a livello nazionale un +80% di richieste per servizi legati al matrimonio rispetto allo stesso periodo del 2022.
I Campania la maggior parte delle coppie nel 2023 si orienta, in linea con la media in Italia (65%), su un matrimonio “Standard” (61,1%), con un prezzo, come svela ProntoPro.it che ha studiato i preventivi stilati negli ultimi 12 mesi dai professionisti del settore, che si aggira sui 20.000 euro, considerando all’incirca 100 invitati e i costi di tutti i professionisti che contribuiscono all’organizzazione della giornata, come wedding planner, catering, fiorista, fotografi e videomaker, DJ e gruppi musicali (escludendo i costi degli abiti degli sposi, delle partecipazioni e delle bomboniere).
La cerimonia “Essenziale“, che oggi ha un prezzo stimato tra i 10.000 e i 13.000 euro, viene scelta dal 22,2% delle coppie campane, in linea con la media nazionale (21%): in questo caso si deve considerare un taglio sul numero degli invitati, che si aggira fra le 30-50 persone al massimo, e sulla location del banchetto, a prevalenza orientata su agriturismi. L’opzione Premium, che si aggira sui 35.000 euro, è scelta solo dall’11% di coppie in Campania, leggermente sotto la media italiana (14%), mentre resiste il matrimonio di “Lusso“, per il quale bisogna prevedere un investimento dai 45.000 euro in su. Un’opzione che sembra quasi scomparsa dalle esigenze delle coppie italiane che decidono di rivolgersi a ProntoPro (solo l’1% degli utenti nel 2023 contro il 7% del periodo pre-pandemia), ma che in Campania si attesta sul 5,6%, seconda soltanto alla Puglia (9%).
Guardando i dati sul numero degli ospiti, oggi in Italia quasi 1 coppia su 2 (47%) invita tra le 50 e le 100 persone, una tendenza in crescita di 11 punti percentuali rispetto al pre-pandemia. La Campania in questo caso si distingue dalla media nazionale per un 31,5% di sposi e spose che invitano 100-150 tra amici e parenti, laddove la percentuale a livello nazionale è del 16%.
Se si analizzano, invece, i dati relativi ai servizi più richiesti, ProntoPro rivela che in questa regione i futuri sposi ricercano soprattutto il Fotografo, la Musica per matrimonio e il Wedding planner, situazione che rispecchia quanto rilevato anche nel resto d’Italia.
Il rito è religioso per 7 coppie campane su 10
In Italia, tra chi cerca online i migliori fornitori per l’organizzazione del proprio matrimonio, è cresciuto negli ultimi anni il rito civile (con le domande passate dal 29% del 2019 al 44% del 2023), mentre è calato, invece, il matrimonio in chiesa: dal 64% del 2019 si passa al 43% del 2023. Esiste anche una fetta di coppie che opta per la cerimonia simbolica (il 13% nel 2023), che permette di scegliere location, celebrante, testo della celebrazione, ma che non ha alcun valore ufficiale. In Campania invece si registra la percentuale più alta in Italia di matrimoni religiosi, che si mantengono sul 68,2%.
In Campania il matrimonio è “da fiaba”
In base alle richieste raccolte nel 2023 in tutta Italia, secondo ProntoPro gli sposi si orientano soprattutto su un matrimonio tradizionale (30%), seguito da quello romantico/fiabesco (22%).
In Campania, invece, si assiste a un ribaltamento rispetto alla media nazionale: a vincere è infatti il matrimonio romantico/fiabesco, che si attesta al 29,3% di preferenze, mentre il tradizionale scende al 22%. Il 16% sceglie poi un matrimonio fashion/elegante, mentre lo stile originale/alternativo lo preferisce il 10,5% dei campani e delle campane. Il grande giorno in stile bucolico o country chic piace invece solo al 4,4% delle coppie.
Sul luogo del ricevimento, nella regione campana ci sono pochi dubbi e le coppie si dividono principalmente tra ristorante (28,1%) e villa privata (26,9%), in entrambi i casi con preferenze che superano la media italiana (22% e 21%).
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