Tutto nasce da un bisogno. E il bisogno più grande è sentirsi sempre meglio, fino a stare davvero bene. Fino a essere persino felici. Uno strumento efficace per ottenere queste sensazioni è sicuramente il cibo. Lo sappiamo bene quando gustiamo i nostri piatti preferiti, un dolce, una leccornia. «Ma non è solo una percezione momentanea: la biochimica alimentare, se sappiamo scegliere e combinare fra loro gli alimenti giusti, genera nel nostro organismo una risposta ormonale che fa bene anche all’umore», spiega Paolo Bianchini, consulente nutrizionale che ha messo a punto un suo Metodo alimentare studiando per anni la biochimica dei cibi e che, in esclusiva per Starbene e il progetto I Feel Good, ci regala una settimana-prova della “dieta” della felicità, completa delle ricette ideate da lui.
Chi non è contento di gustare una cosa buona: ma esiste una dieta della felicità?
Sì, perché mangiare qualcosa che ci piace non ha solo un effetto psicologico, ma anche fisico. Nel nostro corpo, quando assimiliamo un alimento, avvengono delle reazioni biochimiche, e alcuni cibi contengono sostanze come il triptofano, indispensabile per la sintesi della serotonina (l’ormone della felicità), le vitamine del gruppo B, la D, minerali come zinco, magnesio, selenio, ferro e cromo e gli acidi grassi polinsaturi. Tutti veicoli del buonumore, se mixati nella maniera giusta e introdotti nella nostra dieta in modo equilibrato.
Dove sono contenute queste sostanze che fanno stare bene?
A parte gli alimenti noti a tutti, come il cioccolato, soprattutto in tre tipologie di cibi: il tuorlo d’uovo, la frutta secca e il pesce. Sono presenti nella “prova di felicità a tavola” che ho realizzato per i vostri lettori, ma sono inseriti in uno schema che non ha conseguenze sulla linea (anche se ci sono i dolci e il cioccolato). E, soprattutto, sono calibrati secondo il mio Metodo, che escludendo l’associazione con cibi troppo ricchi di zucchero, coloranti e conservanti artificiali, fa in modo che il processo biochimico positivo di queste sostanze non subisca interferenze, in modo da dare il massimo a livello nutrizionale ma anche umorale.
Nel Metodo Bianchini non ci sono quantità da pesare o misurare in termini calorici?
No, perché se un cibo è funzionale a livello biochimico, cioè provoca una corretta risposta ormonale, se ne può assumere in buone quantità, tali comunque da soddisfarci. Prendiamo, per esempio, i tuorli: sono un ottimo nutriente e, se il nostro medico e i nostri esami del sangue non hanno nulla da obiettare, possiamo mangiarne anche più volte in una settimana. Si possono anche cucinare insieme agli albumi, senza usare il sale (proibito nel mio Metodo) ma optando per le erbe aromatiche e le spezie, i “condimenti” che suggerisco sempre insieme al nostro prezioso olio extravergine di oliva.
E le calorie, non ne teniamo conto anche per dimagrire?
No perché lo scopo principale del Metodo Bianchini non è dimagrire, ma adottare uno stile di vita alimentare ideale per il nostro corpo, una macchina che, con la corretta manutenzione, si preserverà al meglio. Quindi, prima di tutto, sentirsi bene e felici. Il calo di peso andrà di pari passo come effetto collaterale positivo, fisiologico e individuale. Il segreto è infatti nella combinazione dei cibi giusti personalizzata: per questo propongo non una dieta ma un Metodo che va poi cucito come un abito sartoriale su ogni persona, che risponderà in modo positivo ma personale, perché ogni alimento può agire diversamente su di noi, anche se ho individuato categorie generali di cibi no. Per il peso, ci sono persone che possono perdere anche 5 chili in un mese, altre di più. Racconto sempre la storia di quell’appassionato di ciclismo che era venuto da me con 25 chili “di troppo”, ostacolo fra lui e il suo sogno: salire sullo Stelvio. Oggi ho la sua foto in studio con il Passo sullo sfondo. Mangiare meno solo per dimagrire è inutile e spesso sconfortante, quindi niente conta delle calorie e appuntamenti con la bilancia.
Chi proverà la sua “dieta” della felicità cosa otterrà? Basterà una sola settimana?
Basterà una sola settimana intanto per sentirsi meglio, e poi per provare il Metodo, per averne un’idea semplice da seguire ma concreta. Lo ribadisco: l’obiettivo è un nuovo stile di vita alimentare che serve a stare meglio, ma anche a essere più brillanti e performanti, e i primi risultati si possono vedere anche in breve tempo, soprattutto sull’umore. Per un investimento benefico a lungo termine, il tutto andrà poi personalizzato, anche perché ogni “rivoluzione” delle proprie abitudini alimentari è un passaggio delicato e focale della vita, che richiede l’aiuto di un esperto.
Come mai non c’è la pasta?
Non perché non sia prevista nel mio Metodo, ma poiché va consumata a colazione, e questa è un’abitudine difficile da far adottare in una prova di una prima settimana. Poi, piano piano, ci si abitua alla novità, e il Metodo consente di mangiare dalla pasta alla carbonara a quella con aglio, olio e peperoncino. Il fatto che le spezie e le erbe aromatiche sostituiscano il sale, rende possibile fare anche primi piatti originali, sfiziosi e saporiti, basta lasciarsi andare con la fantasia e la creatività, altri due elementi che rendono felici. E poi ai miei clienti regalo il mio libro di ricette, per rendere tutto più semplice.
Altri alimenti concessi?
Tanti. Cito solo quelli che di solito non ci si aspetta: la pizza, il burro (chiarificato), lo yogurt, i dolci, il gelato, i formaggi, il mascarpone, la panna montata, salumi e insaccati (crudo, mortadella, speck, coppa), caffè.
Quelli proibiti?
Sale, zucchero e aceto. Latte, alcolici, bibite, succhi, soia, miele, caffè d’orzo e ginseng. Li considero nutrienti non favorevoli, perché secondo i miei studi sono immunosquilibranti.
Dura senza sale però…
Presto ci si accorge che non è così, e quanto sia salutare per l’organismo e il peso. Al posto del sale ci sono infatti le preziose spezie aromatiche da adoperare per preparare i piatti, alcune delle quali hanno proprietà antibatteriche e prevengono le infezioni. Cito fra tutte il timo e la curcuma (da abbinare sempre a un po’ di pepe), ma anche i chiodi di garofano, il prezzemolo e l’aglio. E poi ci sono il burro e l’olio, da utilizzare dove si vuole.
Come e quando nasce il Metodo Bianchini?
Dai miei studi e dalla passione per la biochimica, ma anche dalla mia storia personale. Sono stato un bambino in sovrappeso e ne ho sofferto, soprattutto durante l’adolescenza. A mano a mano che imparavo dalle mie ricerche, ho iniziato applicando su me stesso i principi di quello che sarebbe divenuto il mio Metodo, toccando con mano e per primo i risultati.
Il super riposo alleato
Sentirsi bene senza riposare al meglio? Difficile. Ecco perché bisogna intervenire subito per correggere eventuali problemi, e si può fare anche con l’aiuto della tavola. «Il ritmo circadiano è l’orologio biologico del nostro organismo ed è il primo a risentire di un riposo non ottimale», spiega Paolo Bianchini. «Dal punto di vista alimentare, per regolare bene questo orologio bisogna puntare su un buon controllo glicemico e ormonale. Innanzitutto inserendo nei nostri pasti il pesce azzurro, ricco di acidi grassi Omega 3, che favoriscono la produzione di vitamina D e quindi quella di melatonina, l’ormone del sonno. Lo consiglio cotto al forno o al vapore, ma sempre accompagnato da verdure come finocchio o zucchine, al vapore. Da evitare invece i cereali, la frutta fresca, il cioccolato e i latticini a cena. Meglio riservare questi e altri cibi che alzano la glicemia al mattino o, al massimo, a pranzo».
Prova per una settimana la “dieta” della felicità
Paolo Bianchini propone un assaggio del suo Metodo, solo per i lettori di Starbene all’insegna del “I feel good”. Trovi le regole per condire e cucinare nell’intervista e le ricette.
3 ricette per la colazione
Sono due dolci squisiti ma… che ci fanno le polpettine? Il Metodo sposta certi pasti dal pranzo al mattino (il perché nell’intervista).
• Biscotti al cacao
Per 2 persone: 4 uova, 80 g di fruttosio, 50 g di burro chiarificato naturalmente privo di lattosio, 130 g di mandorle tritate fini, 20 g di mandorle tritate grossolanamente, 60 g di cacao amaro, 1 cucchiaio di cannella in polvere.
Con l’aiuto di uno sbattitore elettrico, crea una crema spumosa mescolando le uova e il fruttosio. Inserisci anche il burro chiarificato nel composto di uova e fruttosio nella stessa ciotola, a mano, incorpora tutti gli altri ingredienti. Forma i biscotti e poggiali sulla carta da forno, distanziandoli tra loro. Prima di infornare, decora con mandorle tritate grossolanamente. Cuoci a 185 °C per circa 10-15 minuti (o finché i biscotti non creino una pellicina lucida, all’esterno). Variante: aggiungi ¼ di cucchiaio di zenzero in polvere o di pepe nero.
• Cremoso al limone
Per 2 persone: 3 uova, 3 limoni grandi, 50 g di fruttosio, 6 g di gelatina, 200 ml di panna da montare (volendo senza lattosio).
In una terrina separa gli albumi (tenendoli da parte) dai tuorli; monta questi ultimi con il fruttosio fino a ottenere un composto bianco e spumoso. Spremi e filtra il succo di 2 limoni e mezzo e versalo in un pentolino; aggiungi quindi i fogli di gelatina e lascia riposare per 5 minuti. Metti il pentolino sul fornello e, a fuoco basso, fai sciogliere mescolando bene e senza far bollire. Togli il pentolino dal fuoco e lascia intiepidire leggermente, quindi aggiungi al composto di uova e amalgama bene. In due ciotole separate monta la panna e gli albumi a neve ferma. Delicatamente, amalgamando dal basso verso l’alto, incorpora al composto di uova sia la panna sia gli albumi. Suddividi la mousse in 6 tazzine grandi da dessert, quindi metti in frigorifero per 4 ore prima di servire. Puoi decorare le coppette con una fettina di limone e foglioline di menta.
• Polpettine di tonno
Per 2 persone: 200 g di tonno in scatola in olio extravergine di oliva, 2 uova, 1/2 spicchio d’aglio (facoltativo), 2 cucchiai di olio EVO, 6 olive verdi, pangrattato, 1 limone non trattato.
Sciacqua le olive. Grattugia la scorza del limone, tieni da parte. Metti nel mixer l’aglio e trita alla massima velocità. Aggiungi il tonno, sgocciolato bene, le olive, la scorza di limone, le uova e l’olio. Prendi con le mani il composto, che deve risultare molto morbido e appiccicoso, forma delle palline col palmo della mano e rotolale velocemente nel pangrattato. Fodera con carta da forno una pirofila grande, disponi le polpettine distanziate e versa su ognuna un goccio di olio. Inforna sul ripiano medio per 20-25 minuti a 200 °C, finché non risulteranno dorate. Consiglio: mangiale calde o tiepide. La quantità indicata è per circa 2 colazioni consecutive: se avanzano si possono surgelare.
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