“Nell’ultimo mese nella mia funzione di consigliere di minoranza del Comune di Montefalcione comunica in una lunga nota Pasquale Pagliuca – mi sono trovato costretto, mio malgrado, visti gli atti posti in essere dal Sindaco e dalla sua giunta, a presentare due esposti alla procura della repubblica in merito alla gestione dei buoni spesa ed al mancato invio di atti amministrativi relativi agli elenchi dei beneficiari.
Decisione sofferta non essendo un giustizialista e fan delle procure, ma garantista si. Abbiamo esperito, come gruppo di minoranza unitamente al gruppo autonomo, tutti i passaggi politici e amministrativi necessari per ottenere risposte alle criticità degli atti posti in essere dalla maggioranza. Abbiamo anche dato la nostra disponibilità a collaborare, al di là delle appartenenze politiche, nel corso dell’emergenza Covid. Ciò evidentemente non è bastato.
Abbiamo ottenuto in cambio o un assordante silenzio o risposte vaghe e lacunose. Allora da garantista, ma a malincuore, ho ritenuto che queste risposte andavano comunque ricercate per spazzare via tutte le nebulosità che si addensavano ai danni della nostra cittadinanza. Montefalcione ha bisogno di normalità e legalità. Tutto ciò lo si potrà ottenere solo con l’intervento della magistratura? Allora ben venga.
La vicenda dell’assegnazione dei buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari i cui criteri erano stati regolati da apposita deliberazione di giunta che ne stabiliva l’iter operativo è stata affrontata in maniera confusionale, con leggerezza e approssimazione. Tutto in linea con la scelta discutibile del sindaco che ha fatto suo il motto “Io Resto a Casa” e per due mesi ha smesso di operare. I buoni sono stati messi in pagamento prima della scadenza della presentazione delle domande causando sconcerto e apprensione tra la popolazione soprattutto tra i ceti più deboli.
Chi ha deciso? Chi sapeva? Poteva una impiegata comunale prossima alla pensione dare il via autonomamente alla distribuzione di detti buoni? A noi sembra sinceramente poco credibile.
Le opposizioni per fare chiarezza hanno richiesto un consiglio comunale straordinario in video conferenza per consentire la mia personale partecipazione, in quanto bloccato fuori regione dalle ordinanze restrittive allora in vigore, e per garantire il più ampio coinvolgimento possibile della popolazione alla seduta stessa.
Anche questo non è stato concesso costringendo le opposizioni ad abbandonare l’aula.
Allora è stata mia premura richiedere ufficialmente la graduatoria degli aventi diritto e benché fossero trascorsi oltre 30 giorni dalla richiesta con il placet della segretaria comunale alla rimessa di tale documentazione questa non mi è stata inviata.
Naturalmente anche per questo mi sono visto costretto ad adire le vie legali.
Un grazie va naturalmente agli impiegati e ai funzionari comunali per essere rimasti sul campo e aver operato anche in assenza dei generali e degli ammiragli della politica locale.
Un grazie inoltre va alla popolazione che in un momento difficile è riuscito ad autogovernarsi e a tenere testa al coronavirus.
Pensavo che avessimo già toccato il fondo, ma mi sbagliavo. Nel consiglio comunale dello scorso 23 giugno, infatti, come consigliere del gruppo di opposizione ho presentato due interrogazioni scritte contro lo spreco di risorse pubbliche e per chiedere la revoca della Delibera di Giunta del 28 maggio e successiva determina del 4 giugno con le quali l’Amministrazione decideva di affidare un incarico professionale per l’Aggiornamento dello Statuto e dei Regolamenti Comunali per una somma pari a euro 7000, contro il parere negativo del segretario comunale la quale faceva presente l’inutilità della spesa, trattandosi di competenze professionali rinvenibili nell’Ente.
Il giorno precedente, 22 giugno, il Sindaco ha annullato d’ufficio la determina e l’ha letteralmente sostituita con un’altra oltretutto utilizzando lo stesso numero di protocollo, cosa non ammessa, motivando l’atto con l’assenza di supporto, il completo disinteresse, l’impegno su più Comuni (e quindi l’assenza di tempo) del Segretario Comunale.
La nuova tra virgolette determina potrebbe configurarsi come un atto di ritorsione nei confronti del segretario Comunale, colpevole di aver osato mettere a verbale un parere negativo. Pare, pertanto, un tentativo maldestro di addossare ad altri le inefficienze di questa Amministrazione comunale. Vorremmo consigliare al Sindaco e alla giunta maggiore prudenza in quanto è nei doveri del segretario comunale quello di tutelare L’Ente, cosa che giustamente e correttamente ha fatto.
Alla luce di ciò le motivazioni riportate dal Sindaco nella nuova determina appaiono solo come sue mere supposizioni volte a giustificare l’affidamento dell’incarico ad un professionista esterno, visto anche che non risultano atti ,con relativa acquisizione al protocollo, né di una richiesta del Sindaco al Segretario Comunale di provvedere alla redazione o all’aggiornamento dello Statuto e del Regolamento del Consiglio, né soprattutto la risposta che evidenzi l’indisponibilità del Segretario
Tale inaccettabile comportamento da parte del Sindaco viene stigmatizzato, in modo definirei eclatante, anche da parte dello stesso segretario comunale che con una segnalazione inviata al prefetto di Avellino oltre che all’ordine nazionale dei Segretari, manifesta il disagio emotivo e fisico nella quale si trova costretta a lavorare e denuncia i fatti gravissimi che si stanno verificando nel Comune di Montefalcione.
Il Segretario infatti nel suo esposto sottolinea di aver fatto presente sia l’inutilità della spesa che l’illegittimità della procedura e di aver chiesto al Sindaco, venuta a conoscenza della nuova determina pubblicata, di ritirare l’atto, dopo averle fatto presente tutti i motivi per il quale l’atto era illegittimo, foriero di danno erariale e diffamatorio.
Questo è il clima che si respira nei nostri uffici comunali dove si è costretti a lavorare con il terrore che prima o poi il primo cittadino scarichi la responsabilità delle inadempienze del suo operato su dipendenti e funzionari, rei solo di volere adempiere correttamente le proprie funzioni amministrative. Ritengo, ormai che la misura sia colma. È ora che il Sindaco liberi la nostra comunità dal malgoverno che ha caratterizzato il suo mandato, rassegnando le dimissioni”.