Monteforte, la relazione del Viminale dopo lo scioglimento: “Affidamenti diretti e appalti orientati a ditte legate ai clan”

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Scioglimento del comune di Monteforte per infiltrazioni mafiose, è un quadro  complesso e  grave quello emerge dalla relazione redatta da Ministero dell’Interno e Prefettura di Avellino.  Dalle 35 pagine trapelano particolari gravi e inquietanti. Il prefetto di Avellino, Paola Spena, aveva nominato lo scorso maggio, su delega del ministro dell’Interno, la commissione di indagine per il comune irpino.

Secondo la commissione d’inchiesta- si legge nella  relazione del Ministero dell’interno Matteo Piantedosi e del Prefetto Paola Spena – , ma anche il vertice dell’amministrazione comunale intratteneva rapporti e collegamenti conn appartenenti a sodalizi criminali, che operano sul territorio con una capacità di attrazione in dinamiche criminose rispetto alle quali l’ente si è messo a disposizione delle figure criminali di riferimento, realizzando il tipico sviamento del pubblico intersse. Valore fortemente sintomatico è stato tratto dalle criticità e dalle irregolarità nei settori sensibili, come quello degli appalti e delle forniture.

E’stato accertato  dalla commissione di accesso che l’amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Costantino Giordano avrebbe proceduto ad affidamenti diretti, mediante procedute anomale, anche in favore di soggetti controindicati sotto il profilo antimafia e quindi privi di affidabilità, il ricorso alle proroghe dei contratti, l’inosservanza della normativa in materia di trasparenza a favore di ditte legate ai clan. Perfino i lavori di messa in sicurezza a seguito dell’alluvione dell’agosto 2022 sarebbero state assegnate a un’impresa raggiunta da interdittiva antimafia segnalata dalla Prefettura al Comune.

Un vero e proprio sistema descritto dall’elenco di diversi episodi: si va dalla fiera delle bancarelle, alla realizzazione di un sentiero montano, l’appalto per la raccolta di oli esausti, violando normative antimafia e le procedure amministrative, comprese le proroghe per le refezione scolastica a ditte amiche evitando procedure aperte di gara. Secondo gli atti redatti dal Ministero, queste pratiche “avrebbero condizionato pesantemente le casse comunali, il cui bilancio veniva gonfiato con una sovrastima delle entrate”.

 


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