Carabinieri insoddisfatti per l’accordo contrattuale sindacale 2022/2024 per risorse insufficienti che causano stipendi inadeguati e stanziamenti non idonei a recuperare l’inflazione.
Comprendiamo che è stata la prima volta per chi ha firmato ma sicuramente non possiamo dichiararci soddisfatti per l’accordo sindacale indotto ad accettare un aumento non sufficiente a compensare l’inflazione.
Anche la mancata collaborazione con i sindacati delle Polizie civili è da ritenersi come una mancata occasione per unire le forze e far sentire la presenza di 450mila Lavoratori del Comparto Sicurezza e Difesa.
Dalle dichiarazioni raccolte dai Carabinieri emergono segnali di insoddisfazione dall’accordo sindacale in funzione di una perdita del potere di acquisto di circa 300 euro che vanno a sommarsi al precedente e deludente rinnovo contrattuale quando si dovettero accontentare di “briciole” e della famigerata “una tantum” per gli arretrati.
A nostro avviso c’è poco da festeggiare, deve però diventare una base per comprendere come organizzare azioni future più accettabili sotto il profilo della perdita di potere di acquisto per le nostre famiglie.
Lontane dalla realtà le dichiarazioni di alcuni leader politici che si dichiarano troppo spesso e senza vere azioni di solidarietà economica a favore della sicurezza e delle forze dell’ordine, ostentando investimenti ed un aumento salariale di 100 euro che, con la tassazione Irpef approvata e gli sgravi tagliati con la Legge di Bilancio 2025, potrebbero ridursi in maniera significativa.
Il MOSAC, come comunicato ieri al Capo di Stato Maggiore della Difesa, continuerà a lottare e a contribuire al benessere dei Carabinieri, rivendicando in ogni sede e con qualsiasi mezzo quello che viene chiesto dai Carabinieri: dignità, riconoscimenti equi e soprattutto diritti reali.