Musica, etica e comunità nel concerto degli Hirpini Cantores – Corriere dell’Irpinia

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Nella serata di ieri il Santuario del Santissimo Rosario di Avellino è stato scenario di un evento, che resterà a lungo nel cuore degli spettatori: il Concerto dell’Epifania degli Hirpini Cantores, una celebrazione musicale capace di fondere arte, spiritualità e impegno sociale. La direzione di Carmine D’Ambola, la voce solista di Antonella Carpenito e il pianoforte di Giovanna Petitto hanno tracciato una trama sonora pregevolissima, un invito a meditare sul senso profondo della comunità e della solidarietà.

L’evento, organizzato dal Polo Umanistico, non è stato un semplice incontro musicale, ma una vera e propria manifestazione del pensiero sul cammino dell’umanità. Il concerto ha aperto il programma di eventi 2025 del Polo, segnando l’inizio di un percorso culturale condiviso, al quale partecipano alcune prestigiose associazioni dell’Irpinia: l’APS Carlo Gesualdo, presieduta da Edgardo Pesiri; l’Associazione Culturale Internazionale Edizioni Sinestesie, fondata e diretta da Carlo Santoli; Avellino Letteraria, a cura di Annamaria Picillo; Amica Sofia e Laudato Sì, rappresentate da Mirella Napodano; l’Istituto Comprensivo Perna Alighieri, guidato da Amalia Carbone; l’Associazione Fontanarosa Comunità Prof. Giuseppe Zollo, presieduta da Flavio Petroccione; e la Società Italiana per la Produzione di Beni Culturali, delegazione autonoma della provincia di Avellino, presieduta da Mario Baldassarre.

 

La musica, eseguita con maestria, si è fatta linguaggio universale per interrogare le fondamenta dell’essere. Brani come “Quando nascette Ninno” di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, “La Vergine degli Angeli” di Giuseppe Verdi e “Dona nobis pacem” di Mozart hanno richiamato la tensione tra il contingente e l’assoluto, tra l’anelito alla pace e le difficoltà del presente. In questo il concerto ha incarnato il pensiero di filosofi come Emmanuel Levinas, per cui l’incontro con l’Altro è il luogo originario dell’etica: ogni spettatore, immerso nella musica, è divenuto testimone e custode della responsabilità verso il prossimo.

L’evento ha segnato il principio di un nuovo programma culturale, pensato come antidoto alla stagnazione dell’oggi. In esso si ritrovano i valori della polis aristotelica: un “luogo”, dove la cultura si fa strumento di crescita comune e dove le associazioni, unite, incarnano una visione di speranza per il futuro: significato ancor più rilevante nel contesto del Giubileo, un anno dedicato alla riscoperta dei valori più alti della spiritualità e dell’umanità. Il Polo Umanistico ha invitato tutti a diventare “Pellegrini della Speranza”, un messaggio che risuona con forza in un periodo storico segnato da sfide umanitarie ed economiche.

La presentazione di Annamaria Picillo ha guidato il pubblico in un viaggio, che è andato oltre l’esperienza estetica, sollecitando una riflessione sull’ontologia della bellezza e della solidarietà. Come sosteneva Hans-Georg Gadamer “l’arte non è mai fine a sé stessa: essa rivela verità, ci avvicina al reale.” E così, il Concerto dell’Epifania ha dischiuso una verità profonda: la musica è il ponte tra ciò che siamo e ciò che aspiriamo a essere, tra l’individuo e la comunità, tra il presente e il futuro.

L’evento ha dimostrato che la cultura, lungi dall’essere un lusso, è una necessità ontologica e sociale. Le associazioni irpine hanno lanciato un messaggio di resistenza creativa: l’arte e il pensiero possono e devono essere i pilastri di una rinascita.

Gli Hirpini Cantores hanno risvegliato nel pubblico non solo emozioni, ma domande essenziali: cosa significa essere comunità? Qual è il ruolo della bellezza nella costruzione di un mondo più giusto? In questa serata, il Santuario del Santissimo Rosario è stato il luogo sacro d’eccellenza, dove musica, spiritualità e pensiero si sono intrecciati per offrire una visione di speranza e di futuro.

Rosa Bianco e Fiore Carullo

 

 

 

 



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