Nuovo appuntamento per “Musica tra le Righe, incontri itineranti di parole e note” dedicato al musicologo, agitatore culturale e critico fiorentino Antonello Cresti con il suo “I Nemici della Musica. Dai talent alla trap, come l’industria discografica crea il conformismo di massa”, pubblicato lo scorso dicembre da Uno Editore e subito balzato al n. 1 della categoria Musica nella classifica dei libri più venduti su Amazon.
Antonello Cresti è stato ad Avellino al Godot Art Bistrot in occasione delle presentazioni di “Solchi Sperimentali” (2017) e “Solchi sperimentali Kraut” (2018) e al Teatro Partenio per la “Convenzione degli Indocili” in tandem con il regista avellinese Michele Vietri con il suo docufilm “Tenk iù Globalizescion”.
Proseguendo idealmente il discorso iniziato con il precedente saggio “La Scomparsa della Musica. Musicologia col martello” (2018) scritto a quattro mani con il critico Renzo Cresti, il musicologo evidenzia come la musica sia diventata uno strumento nelle mani dell’industria discografica che, dopo averla spersonalizzata e ridotta a mero oggetto di consumo, la usi come uno strumento per creare conformismo e omologazione di massa. Si tratta di un viaggio “dietro le quinte” dell’industria musicale odierna di cui Cresti denuncia tutto il potenziale nichilistico, nascosto anche laddove appare nascosto dietro le mentite spoglie della trasgressione. Nell’intervista che segue, Antonello Cresti spiega anche quali possono essere gli antidoti per tornare a cogliere le dimensioni politiche e spirituali insite nel mondo del suono.