AVELLINO – Palco (con annesso megaschermo) posizionato strategicamente nel tratto di area pedonale che si trova tra piazza Garibaldi e Piazza Libertà. Colpo d’occhio sicuramente ad effetto, con una selva di mani alzate a tenere il ritmo e a incitare la protagonista del comizio elettorale di chiusura: Laura Nargi. E ciliegina sulla torta finale con gli ex competitor del primo turno Livio Petitto e Rino Genovese che salgono sul palco per baciare e abbracciare la candidata a sindaco. E’ così che questa sera hanno tenuto a battesimo quello che si può ormai definire il “campolargo civico” di Avellino. Un campo delle larghe intese siglate in vista del ballottaggio di domenica e lunedì prossimi e che vede ufficialmente ‘imparentati’ i due schieramenti civici che, proveniendo da opposte aree politiche (Nargi da sinistra, Genovese da destra), hanno all’unisono detto no ai simboli di partito e annacquato ogni appartenenza ideologica.
Sono da poco passate le 20 di questo venerdì 21 giugno 2024 e tra la folla (nutrita) si vedono i simpatizzanti, i candidati consiglieri e i sostenitori delle due diverse coalizioni: militanti che, dopo essersi dati battaglia per tutto il mese di campagna elettorale, si ritrovano ora a battere le mani e a danzare al ritmo scandito da Nargi.
Basterebbe questo, senza nessun virgolettato, senza alcun passaggio del discorso (durato circa un’ora) della candidata a sindaco, senza alcuna argomentazione, a rendere l’idea di quale battaglia si stia consumando sul suolo avellinese per conquistare, o “ri”conquistare, la guida del Municipio. Il campolargo di centrosinistra contro il campolargo civico.
Comunque vada non si prospettano grandi cambiamenti per gli avellinesi: perché da una parte ci sono i partiti “progressisti” che per decenni hanno governato la città, e dall’altra ci sono i civici che l’hanno governata negli ultimi cinque anni, terminando anzitempo la consiliatura a causa dell’arresto del sindaco Gianluca Festa (a tutt’oggi ancora ai domicliari, nell’ambito della maxi inchiesta sugli appalti). Allora tanto vale ascoltare anche le parole pronunciate dalla candidata nel corso del comizio: “Noi lo abbiamo fatto. E lo rifaremo”, ha detto dopo aver fatto proiettare un video con tutti gli eventi e gli spettacoli organizzati in città negli ultimi cinque anni.
“Mentre dall’altra parte, lui, l’urlatore – ha detto indicando una foto di Antonio Gengaro nel frattempo apparsa sul megaschermo, con annessi fischi e buuu provenienti dalla folta platea –, dice che vuole continuare a riproporre i tre concerti all’anno che erano abituati a fare nei decenni precedenti. Noi invece abbiamo portato decine di artisti internazionali, lo abbiamo fatto e lo rifaremo”.
“Noi vogliamo una città ancora più viva, ancora più attrattiva, ancora più viva, più bella e più ecologica”. “Se è vero che Laura c’è, allora Avellino c’è”. Ha elencato i dieci punti principali in base ai quali imposterà la sua azione di governo (senza citarne nemmeno uno dei suoi nuovi alleati del ballottaggio, nemmeno i Comitati di Quartiere che erano il perno del programma elettorale di Genovese), e ha elencato i disastri delle amministrazioni di centrosinistra precedenti: i 15 anni per costruire il tunnel di piazza Garibaldi (“…mentre noi lo abbiamo finito”); i 24 anni per realizzare il progetto della Metro Leggera, “con quegli orribili pali che ci siamo dovuti sorbire per forza altrimenti avremmo perso i soldi del finanziamento, ma con un progetto a cui abbiamo dato un senso allargandolo anche ai confinanti comuni di Atripalda e Mercogliano”; la piscina comunale, “che loro hanno affidato ad una ditta poi bloccata da una interdittiva antimafia… e che noi riapriremo”; il Centro per l’Autismo “che loro hanno costruito sopra un terreno che non era di proprietà comunale… e che noi apriremo”… e via dicendo. “La nostra idea di città è nettamente diversa da quella in naftalina di Gengaro”. Applausi.