E’ con cauto ottimismo che i sindacati irpini accolgono la nascita di Stellantis, gruppo unico creato dalla fusione tra Fca e i francesi di Psa. Gli occhi sono chiaramente puntati sul futuro dello stabilimento irpino di Pratola Serra, l’ex Fma, e sugli effetti che l’illuminazione delle stelle avrà su di esso e sulla sua capacità produttiva.
«Certamente la nascita di un gruppo unico così forte, in un mercato globalizzato, può rappresentare un’opportunità. Tuttavia paghiamo ancora lo scotto del fatto che il Governo italiano non sembra mostrare il giusto interesse rispetto ad un’operazione che riguarda complessivamente 1,2 milioni di lavoratori italiani che orbitano nel settore dell’automotive» commenta Giuseppe Morsa, segretario provinciale della Fiom Cgil. Per quanto riguarda lo stabilimento irpino, il segretario dei metalmeccanici avverte «è necessario comprendere se si determineranno sovrapposizioni di produzione rispetto agli altri stabilimenti che realizzano motori simili, e questo sarà chiarito solo nel piano industriale. Non possiamo nascondere una buona dose di preoccupazione rispetto alla tecnologia che emerge, quella elettrica, che vede Psa molto avanti rispetto ad Fca. Questo è un tema da porre all’ordine del giorno, in attesa di un confronto il giudizio sulla fusione resta sospeso».
Al momento lo stabilimento è a lavoro per la produzione di mascherine anti Covid, operazione che vede impegnati circa 450 operai: il 2020 si è chiuso con una produzione di 186mila motori rispetto ad una capacità produttiva di 500mila pezzi. La previsione di produzione di motori per il 2021 è di 320mila motori, di cui a partire da aprile il 30% riguarderà la produzione dei motori Ducato, a cui si affiancherà quella delle mascherine.
Quello che manca al momento è un piano strategico per Pratola Serra, anzi, sottolinea il segretario della Fim Cisl Luigi Galano «c’è ancora da finalizzare la parte di investimento che faceva capo ai 5 miliardi del piano di sviluppo Fca in Italia, quindi entro il 2021 bisognerà completare le linee per la produzione di veicoli commerciali. Vedo anche per lo stabilimento di Pratola Serra una prospettiva di consolidamento e sviluppo per la nascita di Stellantis perché si apriranno nuovi mercati europei in cui Fca praticamente non era presente, a differenza di Psa. Si pensa anche alla produzione di motori ibridi di ultimissima generazione su Diesel, ma ci vuole tempo. Ma è un futuro lontano». Per ora, questa l’analisi di Galano, meglio pensare al breve e medio termine. «La prospettiva che Tavares (presidente del consiglio di gestione Psa) aveva ventilato era quella di guardare ai paesi del Sud Est Asiatico, che hanno meno vincoli rispetto alle emissioni e alla mobilità sostenibile, e questo farebbe paventare una possibilità di sviluppo per Pratola Serra sul Diesel. Meglio pensare per adesso che questa fusione possa portare all’ingresso della Fca in quei mercati in cui il Diesel non è demonizzato come in Europa. Tra gli obiettivi di Stellantis c’è quello di economia di scala per affrontare meglio la produzione di auto elettriche e ibride, ed è chiaro che l’Italia in questo caso ci guadagnerebbe visto che è tecnologicamente molto più indietro rispetto a Psa. Ma, per intenderci, non ci saranno domani mattina nuove assunzioni, come pure qualcuno va dicendo. Anzi al momento dobbiamo scongiurare la sovrapposizione produttiva che potrebbe vedere uno stabilimento schiacciare l’altro. Restiamo con gli occhi aperti e vigiliamo che gli impegni presi vengano rispettati e che la forza lavoro resti inalterata». Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Gaetano Altieri segretario della Uil Metalmeccanici. «La fusione non credo che in questo momento influirà più di tanto sulla missione produttiva assegnata allo stabilimento di Pratola Serra- spiega- può rappresentare un’ulteriore opportunità per allargare la sfera rispetto ai prodotti tradizionali, magari estendendoli a veicoli commerciali Psa che già prevede la produzione di 150mila motori Sevel. Nei prossimi anni, nel momento in cui si andranno a disegnare le nuove strategie industriali, bisognerà capire che tipo di missione sarà affidata a Fca in considerazione del fatto che, nel medio e lungo termine, il Diesel è destinato a scomparire dal mercato. E’ chiaro che fare previsioni adesso è complicato, perché dipenderà da quello che accadrà a livello mondiale. Certo la nascita di Stellantis è di per sé un fatto positivo, perché rappresenta il quarto gruppo al mondo per la produzione di autoveicoli e speriamo che porti, nel tempo, ad un incremento di produzione anche per Pratola Serra».