Uno studio italiano ha indagato i retroscena meno “zuccherosi” della dolce attesa, focalizzandosi sulla cosiddetta NVP, acronimo di Nausea and Vomiting of Pregnancy, cioè sull’insorgenza di nausea e vomito in gravidanza. Stando ai dati, si tratta di disturbi che interessano il 66% delle future mamme, ovvero due su tre, impattando notevolmente sulla qualità di vita.
«Questa percentuale così elevata è dovuta innanzitutto a una sovrastima del rischio farmacologico da parte di molte donne, che evitano di assumere medicinali in gravidanza nella convinzione che possano danneggiare il feto, ma deriva anche dall’atteggiamento di tanti professionisti, che considerano normale questa sintomatologia nei nove mesi di gestazione», commenta il professor Romolo Di Iorio, professore associato di Ginecologia e Ostetricia alla Sapienza Università di Roma.
Cosa dice lo studio
Lo studio multicentrico Purity è la prima e unica indagine dedicata alla prevalenza della NVP nelle donne italiane: ha coinvolto un campione di 528 gestanti, afferenti a tre diverse strutture ospedaliere, ovvero l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano, il Presidio Ospedaliero SS. Annunziata di Chieti e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli.
Sebbene il disturbo riscontrato più di frequente sia la nausea, in un’alta percentuale di donne (circa il 37%) si associa anche il vomito, mentre in una casistica più rara (circa il 4%) la sintomatologia diventa così grave (iperemesi gravidica) da portare al ricovero e comportare rischi significativi sia per la donna sia per il bambino.
Quali sono i rischi
Al di là dell’iperemesi gravidica, per fortuna non così frequente, nausea e vomito in gravidanza comportano una serie di esiti negativi. «Il primo è un problema sociale, perché questi sintomi sono la causa più frequente di assenza dal lavoro delle donne nel primo e secondo trimestre di gestazione», evidenzia il professor Di Iorio.
«Quando i sintomi sono particolarmente importanti, inoltre, possono addirittura portare la donna a interrompere volontariamente la gravidanza».
Senza contare il fatto che, secondo diversi studi scientifici, il perdurare di nausea e vomito in forma grave possono complicare le cose, per esempio con l’insorgenza di ipertensione gestazionale, e impattare sulla futura mamma con una maggiore incidenza di depressione post partum.
«Recenti studi, ancora da convalidare, osservano anche un impatto negativo sui neonati, che sembrano più soggetti a sviluppare disturbi del comportamento», avverte l’esperto.
Quali sono le cause
L’eziopatogenesi della NVP è legata all’incremento dei valori plasmatici di un ormone prodotto dalla placenta, la gonadotropina corionica umana, che serve a garantire un ambiente idoneo allo sviluppo embrionale.
«I suoi livelli aumentano fino alla dodicesima o tredicesima settimana di gravidanza, tant’è che le gestazioni con elevati livelli di questo ormone, come quelle gemellari o quelle molari (dove la placenta cresce in modo abnorme), nausea e vomito sono molto più frequenti e gravi», ammette il professor Di Iorio.
Alcune ricerche hanno dimostrato anche l’implicazione di un altro ormone che passa dal feto alla madre, il GDF15, capace di alterare i siti cerebrali implicati nel controllo della nausea e del vomito. «Questo spiega il motivo per cui la sintomatologia tende a ripresentarsi anche nelle gravidanze successive e ha anche una certa familiarità tra madri e figlie, come una sorta di predisposizione individuale», descrive Di Iorio.
Come si contrasta il problema
Lo studio Purity evidenzia che solo il 25% delle donne coinvolte ha ricevuto un trattamento (farmacologico o non farmacologico) per contrastare i sintomi. In realtà, si può fare molto.
«Fondamentale è sicuramente lo stile di vita, seguendo una dieta varia ed equilibrata, evitando i cibi molto grassi, praticando un regolare movimento, evitando cosmetici o prodotti per la detersione dalla profumazione troppo forte», suggerisce l’esperto. «Il rimedio naturale più utilizzato, invece, è lo zenzero, ma attenzione. Alcune associazioni di donne, fra cui la Her Foundation, che si occupa proprio di nausea e vomito in gravidanza, sostengono che lo zenzero non soltanto è inefficace, ma rischia anche di ritardare l’uso di farmaci adeguati e di peggiorare alcuni disturbi gastrici e intestinali».
Al contrario, le attuali linea guida delle società scientifiche internazionali raccomandano l’uso di farmaci antiemetici: «Diversi sono quelli utilizzabili senza problemi, fra cui uno è specificamente riservato alle future mamme», commenta Di Iorio. «Si tratta dell’associazione di doxilamina e piridossina, cioè un antistaminico e una vitamina, che è assolutamente sicuro, oltre che efficace». È importante assumerlo precocemente (ogni giorno secondo una posologia raccomandata dal ginecologo di fiducia) per evitare che i sintomi lievi possano evolvere in forme più severe.
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