Un viaggio nell’universo delle malattie mentali. E’ la mostra fotografico-documentaria di Marco Giannattasio Nel labirinto in programma domenica 5 gennaio, alle 17.30, al MAVI di Lacedonia. Le sale espositive del primo piano dell’edificio ottocentesco al centro del comune irpino, adibite a sede di mostre temporanee a seguito della recente ristrutturazione completa del museo. La ricerca di Giannattasio , realizzata nella regione del Delta del fiume Niger, parte dalla considerazione che la malattia mentale è uno dei grandi buchi della società. Ciò che la caratterizza è infatti l’assenza, quella del malato verso le “normali“ strutture relazionali, familiari, emotive, ma anche l’assenza della malattia stessa dal dibattito politico, dal sentire comune, dalla possibilità di cure efficaci.
«In luoghi economicamente depressi e socialmente fibrillanti – scrive Marco Giannattasio – la marginalizzazione dei malati raggiunge livelli altissimi. L’uso della contenzione, la reclusione, la perdita di qualsiasi capacità di autodeterminazione sono fenomeni considerati del tutto normali». Sono «rare, ormai superate dai tempi, eppure ancora esistenti – aggiunge Giannattasio – le cosiddette cliniche di medicina tradizionale, in verità case, spesso di cosiddetti re o capi locali, stipate in ogni angolo, sottoscala o ripostiglio, in un coacervo di pazienti psichiatrici, neurologici, persone che hanno sviluppato dipendenze, posseduti, vittime di malocchio».
«Quali cure vengono somministrate a queste persone?», si chiede l’autore salernitano, che risponde in questo modo: «soprattutto l’opera carismatica e calmante del proprietario, stregone, erborista, anche qui un groviglio inestricabile di saperi e superstizioni. Queste foto sono il racconto di un cammino attraverso queste dedalo».
Marco Giannattasio è nato nel 1979 e, dopo la laurea e un dottorato in Filosofia, si è dedicato professionalmente alla fotografia adottando un approccio diretto e una visione umanistica. Ha tenuto varie mostre personali ed è stato pubblicato su riviste sia nazionali che estere come Der Spiegel, D di Repubblica, Vanity Fair, Rhytms Monthly. La sua mostra resterà visibile al MAVI fino alla fine di marzo del 2025.
La mostra “Nel labirinto” conferma l’attenzione del Museo Antropologico Visivo Irpino sia all’Africa sub-sahariana che al mondo della salute mentale e alle sofferenze interiori, già evidente nel lavoro di ricerca di Etinosa Yvonne, artista visiva e fotografa documentarista nigeriana, ancora visibile al MAVI di Lacedonia fino al 3 gennaio. Il progetto It’s All In My Head della giovane nigeriana, che pone al centro ritratti e racconti di sopravvissuti al terrorismo e a vicende di estrema crudeltà, era stato già presentato alla Biennale di arte contemporanea di Berlino e selezionato dal World Press Photo contest “6×6 talent from Africa”, e la mostra da esso ricavata è stata ospitata dal MAVI nell’ambito di una partnership con il festival internazionale Castelnuovo Fotografia.
Visibile come sempre al secondo piano la mostra permanente dedicata al fotografo e antropologo statunitense Frank Cancian, che costituisce il nucleo fondamentale del MAVI, con una selezione di immagini stampate con metodo tradizionale in altissima qualità e diversi materiali cartacei e multimediali.
Il MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino si trova nel centro di Lacedonia, in Via Tribuni 61, di fronte allo storico Istituto Magistrale fondato da Francesco De Sanctis.