Nicodemi e l’Irpinia come crocevia di maestranze, le strade della scultura protagonista di Avellino letteraria

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Diventa l’occasione per ribadire il ruolo cruciale dell’Irpinia come crocevia di maestranze il confronto sul volume di Giovanna Nicodemi “Eloì Eloì Lemà Sabactàni?”, editrice Aracne, a Villa Amendola, nell’ambito della rassegna “Avellino letteraria”. A introdurre l’incontro il direttore artistico Annamaria Picillo. A confrontarsi con l’autrice la giornalista Marika Borrelli e il sindaco di Mercogliano Vittorio D’Alessio. A coordinare il dibattito la giornalista Daniela Apuzza. A curare l’intermezzo musicale il Trio Lov Family. A esporre le sue opere l’artista Roberto Sgrosso.

D’Alessio ha annunciato la volontà dell’amministrazione comunale di investire sulla cultura, a partire dalle celebrazioni dedicate al Novecentenario della fondazione dell’abbazia di Montevergine da parte di Guglielmo Vercelli. “La speranza – ribadisce il sindaco – è quella di riuscire ad avere ospite anche il ministro alla cultura Sangiuliano. Siamo convinti della necessità dal parte del governo di stanziare più fondi per la valorizzazione dei siti storico culturali che hanno bisogno di costanti interventi di risistemazione e manutenzione”. E’ Nicodemi a spiegare come “Sono partita dallo studio sul ‘Seggio ligneo dell’Abbazia di Montevergine’ per poi soffermarmi sul Deposto ligneo di Montevergine, attraverso un’attenta ricerca tra archivi e biblioteche. Ho cercato di andare al di là delle rappresentazioni legate a Passione e Resurrezione, è nata una classificazione che ho suddiviso in cinque tipologie, la discesa dalla Croce, il pianto sul Cristo morto, il dolore intimo tra Madre e Figlio, il trasporto del Cristo al sepolcro e la deposizione del Cristo”. Nicodemi ricorda, inoltre, come per secoli, fino all’editto di Costantino, la rappresentazione di Cristo sulla croce era una ignonimia, nessuna immagine umana doveva essere associata al Cristo. La prima immagine raffigurante il Cristo è quella di Gesù tra i ladroni e la troviamo a Roma a Santa Sabina. L’autrice ricorda le molteplici opere inedite individuate nel suo percorso di ricerca, dai quattro crocifissi di Teggiano, tra legno e terracotta al bellissimo crocifisso di S. Maria delle Grazie a Mirabella. L’arte diventa strumento per avvicinarsi al trascendente, da quella stessa esigenza nascerà la rappresentazione drammaturgica. Un itinerario che si sofferma anche sulle origini della Pietà, legate alle Vesperbil di area renana fino alla singolare analogia tra la testa del Deposto di Montevergine conservate a Leuven, in Belgio.

A caratterizzare l’incontro anche l’intervento di Ilaria Di Gaeta dei Viandanti di Montevergine che annunciano la rievocazione storica in programma a giugno nell’ambito delle celebrazioni di Montevergine di un antico pellegrinaggio


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