“Sono gli uomini a coltivare idee e assumere decisioni. Sono loro a poter cambiare la società in cui viviamo”. Lo sottolinea con forza Aldo Vella nel presentare al Circolo della stampa il volume dedicato a suo padre, che riunisce gli “Scritti in onore di Nicola Vella” con i contributi di Rosa D’Amelio, Antonio Di Conza, Gianni Festa, Francesco Barra, Fiorenzo Iannino, Paolo Speranza, Annibale Cogliano, Rocco Pignatiello, Raffaele La Sala, Carmine Lengua, Aldo Vella e Lino Vella. Una pubblicazione promossa dal Centro di cultura del Mezzogiorno Nicola Vella in collaborazione con il Corriere dell’Irpinia. “La lezione di mio padre – prosegue Aldo Vella – l’ho portata sempre con me, soprattutto quando sono diventato sindaco, E quella lezione mi ha aiutato ad affrontare al meglio anche le responsabilità più grandi”. Ricorda come insieme “a mio padre, dopo l’adesione all’esperienza di Comunità, che rispecchiava appieno la sua idea di politica, incontrai in Piemonte Adriano Olivetti. Fu quell’incontro a convincermi della scelta della facoltà di architettura”. Annuncia la volontà di pubblicare il carteggio tra Nicola Vella e Guido Dorso e sottolinea con forza come “l’impegno di mio padre trasformò Lacedonia in un centro di elaborazione politica, in un laboratorio di idee, in un tempo in cui erano poche le amministrazioni di sinistra in Irpinia. Nacque così la sfida del Consorzio idrico all’Acquedotto Pugliese”.
E’ l’avvocato Enzo Sbrescia a ricordare la forza del messaggio politico di Vella, capace di fondere dimensione locale e globale, esperienza azionista e socialdemocratica fino a quella del Movimento di Comuntià di Olivetti, “lavorare con tutte le forze per trasformare la realtà. un messaggio che richiama quello dei grandi meridionalisti. Riusciva ad affiancare alla capacità di analisi profonda l’elaborazione di linee direttrici di sviluppo. Nel documento da lui pubblicato sulle condizioni del territorio altirpino ritroviamo le stesse priorità indicate dai sindaci nel documento consegnato al ministro Piantedosi in occasione del G7, a partire dall’emergenza idrica”. E spiega come “la sua identità era strettamente legata a quella del territorio, per il quale diventerà un riferimento, un vero intellettuale pronto a dare voce e a rappresentare il popolo, simbolo di ragionamento e concretezza. A testimoniare la sua lungimiranza la scelta di istituire il Consorzio Idrico che richiama le progettualità attuali legate all’Area Vasta e all’Unione dei comuni”.
Preziosa la testimonianza del professore Raffaele La Sala che ricorda come “mi imbattei in lui nella mia ricerca di Bruno Lionello Vella, pseudonimo con il quale si firmava sulla stampa irpina degli anni ’20 come poeta e giornalista. Mi rispose al telefono quasi divertito dalla mia richiesta. Erano gli anni in cui il fermento culturale in Irpinia era evidente nel numero variegato di giornali pubblicati, un numero superiore a quello di una città come Torino”. Pone l’accento sulla sua capacità di fondere l’impegno letterario con quello politico e sociale che richiama la vicenda di un altro grande sindaco poeta Rocco Scotellaro “portò in giornali come Messidoro e il Corriere dell’Irpinia l’eco del pensiero gobettiano, mediato da Guido Dorso”. E sottolinea il valore di cui si carica un documento come quello consegnato da Vella nelle sue ‘Riflessioni di un ex fascista’ in cui si sofferma sulle contraddizioni del fascismo. Claudio Rossano ricorda come incontrasse spesso Vella, quando era segretario della Federazione Giovanile Socialista, “se ne stava spesso con l’avvocato Arduino Donatiello con il suo cappello nero da anarchico, era un vecchio austero ma sorridente. Parlavano spesso di battaglie giudiziarie poichè anche Donatiello era molto vicino ai contadini”.
Il direttore del Corriere dell’Irpinia Gianni Festa si sofferma sulla differenza evidente tra figure come quella di Vella e l’idea di politica che sembra dominare il tempo presente “Visse l’impegno politico, schierandosi dalla parte degli ultimi, forte dell’orgoglio dell’appartenenza. Personaggi come Vella rappresenterebbero una rinnovata salvezza in una società in cui ad essere entrato in crisi è il dovere della rappresentanza. La stessa classe dirigente che ha fatto grande l’Irpinia l’ha dimenticata. Di qui l’importanza del ruolo a cui è chiamato il Centro di documentazione Nicola Vella che può diventare strumento di impegno e lotta”. Spiega quindi come “un politico come Vella non avrebbe mai accettato l’autonomia differenziata e l’inganno che rappresenta, penalizzando il Sud”