“Non accettiamo minacce da nessuno. De Caro? E’ parlamentare esperto, sa che gli egoismi non aiutano il Pd”: Cennamo presenta la squadra dem – IL CIRIACO

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«Alle nostre spalle c’è un lavoro lungo e faticoso, che ci ha visti impegnati nel provare a giungere alla più ampia sintesi unitaria possibile, Come è noto non è stato possibile, ma alle condizioni date, abbiamo messo in campo la migliore lista possibile, rappresentativa del Pd e del territorio irpino». Aldo Cennamo presenta così il poker di dem in corsa per le elezioni regionali. Al fianco di Rosetta D’Amelio, Michelangelo Ciarcia, Maurizio Petracca e Antonella Meninno, nella sede di via Tagliamento, il commissario provinciale inaugura la campagna elettorale e risponde al ‘compagno’ di partito Umberto del Basso De Caro che ha definito incomprensibile l’esclusione di Petitto dalla lista di bandiera. «L’onorevole De Caro ha tanta esperienza e credo che anche lui dovrà porsi il problema di come si costruisce, insieme alle altre sensibilità, un clima di partecipazione unitario. Se ciascuno privilegia i propri egoismi, la prospettiva della sintesi unitaria, in un partito plurale, si allontana e non si avvicina» dice Cennamo.

Una lavoro di costruzione della lista che ha determinato una rottura interna con i decariani, destinata a ripercuotersi sul congresso provinciale del partito. «Ho il dovere di riflettere su un anno che è stato complesso, in cui immaginavo si potessero allentare le tensioni. Così non è stato e, come è doveroso, nei prossimi giorni riferirò le mie impressioni al segretario Zingaretti- annuncia Cennamo- Saremo impegnati nelle prossime settimane per sostenere le nostre proposte programmatiche. Siamo molto preoccupati del fatto che qui in Irpinia nel 2015 solo poco più del 50% degli aventi diritto ha votato alle elezioni regionali. La fiducia dei cittadini si può riacquistare se la politica riacquista credibilità attraverso i contenuti e le idee che propone, per permettere all’Irpinia di affrancarsi dai suoi mali endemici. Il congresso straordinario doveva tenersi a marzo, poi è arrivato il Covid che ci ha impedito di celebrarlo. Ma- chiede e si chiede- pensate veramente che la divisione antica del Pd irpino possa risolversi con un voto al congresso? Io credo di no, penso invece che bisogna creare sui contenuti e nella ricerca programmatica comune, la sintesi nelle pluralità che rappresentano la nostra ricchezza, ma se non approdano ad un percorso comune procurano solo divisioni correntizie. Correnti che gestiscono clientele, creano l’infeudamento del partito, e non consentono la libertà di espressione e di scelta dei militanti. Oggi contano le idee, dobbiamo restituire speranza ad una realtà piegata su stessa da troppi anni. Se non riusciamo ad essere per prima noi credibili, il fossato tra cittadini, politica ed istituzioni è destinato ad allargarsi».

Cennamo si prepara così a prolungare la sua permanenza ad Avellino fino ad accompagnare la federazione al suo congresso straordinario: «avrei preferito svolgere questa funzione nell’ambito di un congresso nazionale perché se togliamo la discussione sulle questioni vere, è evidente che cala l’interesse politico e prevalgono solo questioni locali». Nessun imbarazzo rispetto alla scelta di Ciarcia ad affrontare la campagna elettorale senza lasciare il ruolo di guida dell’Alto Calore: «non c’è alcuna norma che gli vieti di candidarsi o che gli imponga di dimettersi. E’ una scelta personale, dettata dalla sua visione etica delle relazioni e dei rapporti. Ma sono certo che Ciarcia, per la sua esperienza di uomo legato al Pd e per la sua caratura morale, non intersecherà la sua funzione di amministratore unico di Alto Calore con quella di candidato».

Ed è da via Tagliamento che Cennamo traccia la strada della campagna elettorale del Pd: «l’impegno del partito è a servizio dell’Irpinia e della Campania, senza lasciarci distrarre da attacchi, commenti e velate minacce che arrivano anche da parti politiche o civiche della nostra stessa coalizione. Polemiche a cui rispondiamo alimentando contenuti. Sollecitare la partecipazione significa ispirare i nostri comportamenti alla sobrietà, altro che stracci da fare volare. Lavoriamo per dare un contributo significativo all’affermazione di De Luca e dei nostri candidati, ma anche al successo del Pd nazionale. Senza una forza come il Pd al governo del Paese, che credibilità avrebbe avuto l’Italia in Europa? Oggi invece ci sono 209 miliardi a disposizione del Paese con il recovery fund, strumento per politiche di sviluppo, formazione e istruzione, il punto da cui partire per affrancare l’Irpinia dai suoi storici ritardi». Cennamo si dice deluso dall’inizio di una campagna elettorale «caratterizzata dalla caccia al voto, non dal confronto sulle idee». E a Ciriaco De Mita, l’alleato che definisce il Pd un partito morto, «rispondiamo con le proposte come quella del distretto biomedicale. Un’idea progettuale partorita con Rino De Stefano, a cui stiamo lavorando da tempo e che ieri il Governatore De Luca, in un’iniziativa pubblica, ha sposato. Posso solo anticipare che l’obiettivo è mettere in rete le eccellenze industriali, scientifiche e mediche che ci sono in Irpinia. Penso a Biogem, Crom, Moscati, Altergon, con la sensibilità delle forze sociali e con un capofila come la Regione, possiamo offrire una speranza in più all’Irpinia, uno strumento di sviluppo che si basi su innovazione, digitalizzazione, competenza».

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