Non basta la crisi dello stabilimento. All’orizzonte una possibile speculazione sui terreni – Corriere dell’Irpinia

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Valle Ufita –  Bisogna risalire a sei anni fa, quando sono cominciati gli assalti ai terreni circostanti ad Industria Italiana Autobus. Nnel 2018, infatti, l’Asi con una delibera aveva votato per il riutilizzabili. Perché, evidentemente, ieri come oggi, e come in più occasioni ha voluto sottolineare il presidente di Confindustria Avellino  Emilio De Vizia,”non dobbiamo innamorarci dell’idea che, in valle Ufita, debbe esserci soltanto lo stabilimento che lavora gli autobus “

Quella delibera è stata, prima, impugnata da Industria Italiana Autobus e, poi, annullata l’anno scorso dal Tar di Salerno. E, adesso, comunque, si ricomincia a parlare di 60 ettari che tornano a disposizione. Perdendo di vista l’obiettivo del mantenimento della fabbrica. Si tenterebbe una speculazione industriale? Quanto costerebbero quei terreni? Sicuramente l’Asi non potrebbe venderseli.

E, in attesa che passi anche questa,  soltanto lunedì prossimo si valuterà, al Mimit, la proposta della cordata formata da Valerio Gruppioni, Maurizio Stirpe, Valerio Marchesini e Nicola Benedetto : quando fino ad ora non era stata presa in considerazione. Lo sciopero generale dello scorso 23 maggio, a Grottaminarda, ha”fermato i motori”. Per cui, qualche dubbio probabilmente lo ha avuto anche il ministro Urso che ha dato altri ventuno giorni di tempo, a partire proprio da quel giorno, perché si presentassero nuovi acquirenti. E, tra questi, c’è la maxi cordata.

Proprio il prossimo tre giugno, conosceremo i dettagli della offerta. Ed il piano finanziario ed industriale. Che dovranno essere solidi per riavviare la produzione degli autobus in valle Ufita. I sindacati, intanto, non si spostano di un  millimetro da quanto stanno dicendo da tempo: che , cioè, che lo stabilimento flumerese deve restare a trazione pubblica. Anche se Leonardo è, infatti, destinato ad uscirsene, ad Invitalia dovrà essere riservata una quota di minoranza nel pacchetto azionario.

E lo hanno ribadito anche dalle scalinate della piazza di Grottaminarda, nel giorno dello sciopero generale. Senza questa condizione, infatti, non sembrano decisi ad andare avanti.”Perché chi fa batterie( Civitillo, ndr)non ci convince per niente”. La comunità della valle dell’Ufita, gli operai, i sindacati, i sindaci del comprensorio, hanno dimostrato, quel giorno nella cittadina ufitana, che se si uniscono le forze tutto è possibile. E le millecinquecento persone che, lo scorso 23 maggio, hanno invaso le strade di Grottaminarda, sono pronte a farlo di nuovo.



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