“Non servono vendette” – Corriere dell’Irpinia

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“Le ritorsioni e le vendette non servono. È questo che ripetiamo sempre ai ragazzi che in questi mesi non ci hanno mai lasciati soli: servono il dialogo e il ragionamento. Mi sento responsabile per loro e per questo dobbiamo essere un esempio”. Con queste parole, Cinzia Tino e Gerardo Bembo, i genitori di Roberto ucciso con sei coltellate durante la notte di Capodanno del 2023, hanno voluto lanciare un messaggio significativo nella trasmissione di Tiberio Timperi, “I Fatti Vostri”, a pochi giorni dalla sentenza di primo grado che ha condannato gli autori dell’omicidio del loro figlio, appena 21enne.

“Avevo immaginato dei mostri”, ha raccontato la madre Cinzia, “poi li ho visti per la prima volta durante l’udienza preliminare. Erano ragazzi. Da questa vicenda usciamo sconfitti tutti: noi per primi, condannati a un ergastolo che non abbiamo scelto. E loro, che si sono distrutti la vita, perché anche una condanna, i domiciliari, restano comunque pene da scontare. Mi auguro che questa storia li spinga a riflettere. Perché nessun crimine deve restare impunito, ma soprattutto perché quando togli una vita, non puoi tornare indietro”.

Alla domanda di Timperi su eventuali scuse ricevute, Cinzia ha risposto: “Durante l’udienza preliminare è stata letta una lettera di Iannuzzi. Ho sempre detto che, se le scuse sono sincere, va bene. Ma da madre non posso accettarle così”.

Il padre, Gerardo, ha spiegato la motivazione che li ha spinti a partecipare alla trasmissione e a raccontare la loro tragedia: “Non vogliamo che accada mai più a nessuna famiglia al mondo. È uno strazio inimmaginabile. Per questo abbiamo anche creato un’associazione in memoria di nostro figlio”.

Roberto è morto , l’11 gennaio nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Moscati di Avellino. “Alle sette del mattino ho ricevuto la telefonata di un’amica che era presente. Quando siamo arrivati in ospedale, non abbiamo potuto vederlo: aveva una grave ferita alla carotide ed era già in sala operatoria. L’abbiamo rivisto solo due giorni dopo, ma Roberto non si è mai più svegliato”.



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