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Violenza di genere in Irpinia, i dati allarmanti

Sono sempre più allarmanti i numeri sulla violenza di genere inIrpinia. Continuano, infatti, ad aumentare le donne che si rivolgono alcentro antiviolenza per chiedere sostegno e cominciare un percorso chele aiuti ad uscire dalla violenza. I dati forniti dal Cav “Alice e ilBianconiglio” della cooperativa sociale “La Goccia” di Avellinorestituiscono una situazione di emergenza che richiede un interventotempestivo della pubblica amministrazione per il potenziamento delcentro, in difficoltà per la mancanza di fondi pubblici e l’aumentoesponenziale delle donne da accogliere e assistere. Sono in continuo aumento, infatti, le prese in carico da parte del Cav,107 nel 2019 (su 170 richieste), rispetto alle 43 dell’annoprecedente, alle 9 nel 2017 e alle 11 nel 2016. Numeri destinati,purtroppo, a crescere: nel periodo gennaio – luglio 2020 sono già 115le donne prese in carico, su 162 richieste di aiuto. Incremento dovutoanche alla quarantena per la diffusione del Covid-19, che ha costretto,ad esempio, le donne vittime di violenza a restare più tempo in casacon il partner maltrattante, talvolta senza la possibilità di chiedereaiuto, nonostante la continuità del servizio assicurata dal Cav,attraverso la reperibilità di un numero telefonico h24 e i colloqui daremoto (quelli effettuati sono stati 415 nel periodo marzo-maggio 2020,per un totale di 572 interventi se si aggiungono i 25 relativi alsupporto istituzionale e 132 contatti Whatsapp). Dal report del 2019 è possibile delineare un identikit della donnavittima di violenza e dell’uomo maltrattante. Il 91% delle donne chesubiscono abusi e maltrattamenti sono di nazionalità italiana, il 55%ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni. Oltre un terzo comprendedonne coniugate o che convivono con il proprio compagno, mentre il 29%riguarda donne separate e il 30% nubili. Più della metà ha un diplomao una laurea e il 67% non ha un lavoro, nell’11% dei casi si tratta distudentesse. Per quanto riguarda l’uomo maltrattante, nell’81% deicasi è il coniuge/partner convivente o ex. Il 57% ha un’età media di48 anni e il 46% ha la licenza media. Poco più della metà degliaggressori risulta avere un lavoro stabile o saltuario. Al contrario di quanto si possa pensare, la violenza più frequente èquella psicologica, che raggiunge il 48%, seguita da quella fisica conil 40% e da quella economica che si rileva nel 12% dei casi. Dati checonfermano quelli del 2018, con la prevalenza della violenza “nonfisica”, nella quale rientrano, oltre alla violenza psicologica edeconomica, anche stalking e mobbing. Una delle maggiori difficoltà per le donne è quella a far emergere ilfenomeno. Nel 2019 solo il 40% ha denunciato la violenza alle forzedell’ordine. Anche questo dato non si discosta di molto da quello del2018, in cui il 42% delle donne aveva scelto di denunciare. L’uscitadalla violenza è un processo complesso, fatto di dubbi, paure ecambiamenti di rotta. Sempre nel 2019, il 18% delle donne prese incarico sono state trasferite, il 24% ha trovato lavoro, il 15% haconcluso il percorso legale e il 29% è stato rinviato dal Cav ad altriservizi per competenza. Nel 12% dei casi la situazione è rientrata. Il Cav “Alice e il Bianconiglio”, che ha sede nel capoluogo irpino eche opera dal 2015 offrendo ascolto, sostegno psicologico, assistenzalegale e protezione a donne e minori (10 quelli presi in carico nel2019, su disposizione del Tribunale Ordinario o dei Minorenni di Napoli,per una elaborazione del proprio vissuto di violenza diretta e/oassistita), vittime di maltrattamenti, violenze e abusi, continua aprestare i servizi necessari grazie soprattutto al gruppo di lavoromulti-professionale composto da 10 operatrici, e al sostegno economicodi enti privati. Negli ultimi 2 anni, infatti, con il progetto Be Help-is, finanziato daFondazione con il Sud nel Bando Donne 2017, è stato possibilepotenziare le azioni del Cav, che oltre ai normali servizi, haorganizzato un percorso formativo per le operatrici e le figureprofessionali impiegate nel centro, laboratori di prevenzione esensibilizzazione nelle scuole, e l’erogazione di borselavoro/tirocini formativi per le donne seguite dallo sportello “Donnee Lavoro”. Ma il lavoro da fare è ancora tanto e, insieme ad esso, crescono, comesi evince dai dati, il numero delle donne vittime di violenza. I datidel 2019 dovrebbero far riflettere non solo sulla necessità di portarealla luce un fenomeno di cui si parla davvero poco, ma anche su quelladi un maggiore impegno da parte della politica e delle istituzioni,talvolta sorde alla richiesta di aiuto dei Cav. Post Views: 51 ...

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