I giorni passano ma l’amarezza e la frustrazione per la prematura uscita dai playoff faticano ad essere assimilate. Vedere gli altri giocare ed essere costretti a rimuginare su quello che poteva essere ed invece non è stato fa male. A poco a poco però bisogna archiviare e guardare avanti. Sperando che questa disastrosa stagione rimanga da esempio per non essere più ripetuta. A tal proposito, per la nuova ripartenza biancoverde, ci sono dei punti cardine da individuare per far sì che certi errori non vengano commessi nuovamente. Noi abbiamo provato a metterne in evidenza quattro.
Tanti fatti, poche parole
L’esatto contrario di quello che è successo nell’ultima annata. Basta chiacchiere, basta proclami. Gli obiettivi devono essere chiari fin da subito, poi la palla deve passare esclusivamente al campo. A far rumore devono essere le gesta dei calciatori e non i loro profili social o le loro interviste sui media. Fatti, fatti, fatti.
Senso di appartenenza
Chi rimarrà (azzerando tutto quello che è stato) e chi arriverà deve essere onorato di vestire la maglia dell’Avellino. Conoscere la storia con la determinazione di entrarne a far parte. Dal primo giorno di ritiro ci deve essere una fidelizzazione completa con tutto l’ambiente biancoverde. La tappa in Irpinia non deve essere un semplice passaggio della propria carriera. Non deve contare l’Io ma soltanto il Noi. Tutti uniti verso un unico obiettivo.
Ristabilire la legge del Partenio
Lo stadio che negli anni Ottanta intimoriva anche i grandi squadroni del Nord oggi non è così tanto amico per i colori biancoverdi. Nelle ultime due regular season i lupi hanno conquistato 72 punti su 108 disponibili. Un terzo dei punti è volato via. Le eliminazioni playoff (Padova, Foggia) sono arrivate davanti al pubblico amico e anche l’uscita dalla Coppa Italia di C (Ancona Matelica) si è consumata nel proprio catino. Bisogna assolutamente invertire la rotta e ristabilire quella legge che ancora oggi tanti avversari ricordano con tanto rispetto.
Piedi buoni in mediana e un bomber da doppia cifra
Ancora troppo presto per ipotizzare formazioni e colpi di mercato, a maggior ragione senza conoscere il nome del nuovo condottiero. A prescindere da tutto però vanno colmate alcune lacune che questa squadra si porta dietro da troppo tempo. Servono piedi buoni in mezzo al campo, un regista capace di dirigere l’orchestra e di congelare il pallone nei momenti più delicati del match. Serve un bomber da doppia cifra, un uomo capace di fare la differenza e di far compiere alla squadra il salto di qualità. Se poi i bomber da doppia cifra fossero due (i ricordi del passato corrono subito a Molino-Biancolino, Evacuo-Biancolino, Castaldo-Biancolino) sarebbe ancora meglio.